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Ludopatia: non fare il gioco della malattia


Con la regolarizzazione del gioco (sia nei locali pubblici che online) e la forte crisi economica che spinge sempre più persone a tentare la fortuna, il fenomeno della ludopatia ha assunto proporzioni immense.

Per entrare nel tunnel basta pochissimo e, anche se la legge vieta il gioco ai minori di 18 anni, sono proprio gli adolescenti la fascia più in pericolo, dato che alcuni locali si trovano di fronte alle scuole.

A scatenare il fenomeno incidono diversi fattori. D’altra parte, il “gioco” nel senso puro del termine diventa nell’adolescente e nell’adulto un modo per ridurre lo stress e staccare dai ritmi frenetici e dalle pressioni esterne.

Quando il gioco diventa ludopatia e come non fare il gioco della malattia?

Il gioco diventa ludopatia evidente quando non si riesce a smettere. Si gioca a tutte le ore e in qualsiasi contesto. Ci si sveglia pensando al gioco, ci si prepara non per andare al lavoro/a scuola, ma per andare a giocare, si vive in uno stato di semi-incoscienza davanti alla macchinetta.

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Questi sintomi compaiono quando già la ludopatia assume caratteri devastanti per chi ne soffre. Come prevenire questo fenomeno?

Ridurre le situazioni di gioco. Lo Stato non aiuta con le nuove licenze, ma per ridurre le occasioni di gioco, si può accompagnare il soggetto quando esce, oppure limitare il suo accesso a Internet per evitare i casinò online. È importante che il soggetto non si veda privare la libertà, ma che venga aiutato con un ascolto e un colloquio continuo, anche se (nei casi più gravi) si può chiedere l’interdizione, per evitare l’accesso del conto corrente da parte di chi soffre di ludopatia.

Lavorare sul problema. Chi soffre di ludopatia non si rende conto di avere un problema. Alla prima avvisaglia, è bene portare il soggetto in un centro (o ai Giocatori Anonimi), che, attraverso la terapia di gruppo, punteranno a migliorare la consapevolezza del fenomeno e a intraprendere con terapeuti esperti un viaggio verso l’uscita.

Rivolgersi a un terapeuta. La famiglia non può sostenere il problema da sola. Anche se la ludopatia è entrata di diritto tra le malattie invalidanti, pochi sono i sostegni per questo fenomeno. Il terapeuta andrà a lavorare sulle mancanze (spesso non solo materiali) del soggetto, per capire così l’origine del problema e trovare una vita fuori dalla dipendenza.

Informarsi sulle iniziative della propria città. Nelle città più sensibili al problema, i gestori aderiscono all’iniziativa NO SLOT. Tutti i locali che aderiscono all’iniziativa si trovano sul sito omonimo, proprio per dare una piccola risposta alla patologia.

La ludopatia può essere sconfitta: non mollate e trovate dentro di voi la forza per ricominciare.


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