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Obelisco Vaticano


L’obelisco di Piazza S. Pietro è un originale egizio, privo di geroglifici, spezzato in due parti (ma è ancora alto 23,30 metri!) durante le operazioni di innalzamento a Eliopoli, fu poi trasportato a Roma dall’imperatore Caligola per ornare il suo circo poi detto di Nerone. Per il trasferimento si usò una gigantesca nave e come racconta lo scrittore Plinio una zavorra di 2.800.00 libbre di lenticchie egiziane, che ovviamente andarono a ruba una volta che la nave arrivò a destinazione! Sembra che poi fosse stata riutilizzata dall’imperatore Claudio come isola artificiale presso il porto di Ostia, ove fu riempita di calcestruzzo affinché affondasse per erigervi sopra il Faro.

L’obelisco, inserito nel sopraccitato circo, vide il massacro di molti cristiani, tra questi fu ucciso pure san Pietro, che trovò sepoltura nei pressi, e in tale luogo, intorno a tale tomba, sorse successivamente la basilica; per questa vicinanza alla chiesa l’obelisco non fu demolito come gli altri durante il medioevo. Le guide di allora, che amavano stupire i pellegrini raccontavano come curiosità che nel globo bronzeo, che allora stava in cima all’obelisco, Caligola aveva fatto mettere le ossa di Giulio Cesare!

L’attuale collocazione dell’obelisco al centro di piazza S. Pietro (prima si trovava sul lato destro) avvenne nel 1585 durante il pontificato di Sisto V e la storica impresa, che assorbì un enorme dispendio di uomini e di mezzi fu diretta dall’architetto Domenico Fontana: 800 operai, 140 cavalli, 40 argani, un castello di legno per fissarlo nella nuova sede, un editto che minacciava di morte chiunque intralciava i lavori o avesse fatto il minimo rumore, mentre un suono di tromba regolava ogni movimento. La leggenda narra del grido improvviso del marinaio genovese Bresca: “Acqua alle funi!” unico ad accorgersi che le funi stavano per cedere, si dice pure che il Fontana tenesse il cavallo pronto per scappare nell’eventualità che l’obelisco fosse crollato.

obelisco vaticano

L’obelisco Vaticano è oggi posato su quattro leoni di bronzo (nel precedente numero abbiamo già spiegato come il leone simbolizzasse la forza necessaria per l’elevazione spirituale rappresentata dall’obelisco, inoltre il numero quattro è un simbolo terreno). Nel 1817 fu posta una meridiana con la rosa dei venti, per cui l’obelisco funziona da gnomone.

Sui dischi marmorei estremi della fascia a mezzogiorno cade l’ombra della croce, posta sul piramidion, nei due giorni sostiziali dell’anno: il 22 giugno e il 22 dicembre, tra questi due estremi gli altri dischi indicano il passaggio del sole nei segni zodiacali accoppiati.


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