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I mille volti di Bruce Lee


Attore, regista, produttore e sceneggiatore, esperto di arti marziali ma anche marito e padre. Questi sono solo alcuni dei mille volti di Bruce Lee, l’icona più famosa dell’iconografia e della cultura cinematografica mondiale all’insegna del Kung Fu. Il contributo che questa personalità straordinaria ha dato alla diffusione delle arti marziali in Occidente è di immenso valore tanto che il mito di Bruce Lee continua a far parlare di sé ancora oggi.

Bruce Lee

Bruce Jun Fan Lee nasce nel 1940 nella comunità cinese di San Francisco, nell’ora e nell’anno del dragone. All’età di soli tre mesi, si trasferisce insieme ai genitori e ai quattro fratelli a Hong Kong, nel quartiere d’origine della famiglia.
Già durante l’infanzia il piccolo Bruce manifesta una grande ammirazione per le arti marziali, che, unite alla sua esuberanza e al suo coraggio, lo portano ad avere frequenti scontri con i minori esponenti della criminalità organizzata cinese.

I genitori decidono così di assecondare la sua naturale predisposizione per questa disciplina, indirizzandolo sin da bambino allo studio del Wing Chun, che rappresenterà la sua passione principale per molti anni. Il suo insegnante di arti marziali, Yip Man, sarà anche il suo maestro di vita, da cui apprenderà i principi filosofici e religiosi orientali.
All’età di 18 anni, il giovane Bruce, a causa del suo carattere turbolento che gli aveva creato non pochi problemi durante il percorso scolastico, viene mandato a vivere di nuovo negli Stati Uniti.

Dopo pochi mesi a San Francisco, Bruce si trasferisce a Seattle, dove la sua storia si avvia a diventare un vero e proprio mito. È proprio in questi anni, infatti, che Bruce conosce la giovane Linda Emery, per sposarla nel 1964 e dalla quale avrà due figli, Brandon e Shannon.
Nello stesso periodo, riesce a integrare la sua passione per le arti marziali, mai abbandonate, con il pugilato americano e la scherma.

Grazie alla grande versatilità della sua cultura sportiva, Bruce arriva addirittura a dare vita ad un’arte marziale innovativa, fondendo tutte le tradizioni apprese durante la sua vita. Il Jeet Kune Do sarà la disciplina che porterà Bruce Lee al successo, grazie al fascino dei movimenti e delle filosofie che quest’arte racchiude.
Il nome della disciplina deriva dalle parole cinesi “intercettare”, “pugno” e “via”, che racchiudono tutti i principi e le caratteristiche del Jeet Kune Do.
I movimenti del corpo si fanno essenziali, ridotti al minimo indispensabile, per non disperdere le energie, proprio come nel Wing Chun. Allo stesso tempo, lo scopo della disciplina è quello di intercettare i movimenti dell’avversario, colpendo nel suo punto debole, esattamente come nella scherma e nel pugilato.
Bruce Lee vince diversi trofei, non solo nelle arti marziali, ma in varie discipline, tanto da attirare l’attenzione dei registi e produttori cinematografici.
Nel 1964, durante una delle tante esibizioni, Bruce viene notato e contattato da Dozier, il produttore della serie TV Batman e Robin, proponendogli il ruolo di Kato nel telefilm Il Calabrone Verde, da cui avrà inizio tutta la sua carriera cinematografica.

Bruce interpreterà diversi ruoli in pellicole di media qualità e in alcune serie TV, finché nel 1971 riceve finalmente il suo primo ruolo da protagonista nel film Il furore della Cina colpisce ancora, seguito dal celebre Dalla Cina con furore, considerati i capostipiti del genere cinematografico delle arti marziali.

brucelee

Sull’ondata del successo ricevuto, Bruce Lee fonda una casa di produzione e inizia anche a scrivere le sceneggiature e a dirigere alcuni dei suoi film più famosi. Lee viene così consacrato a star del cinema, grazie allo smisurato numero di pellicole girate.
Sfortunatamente la sua fama viene stroncata nel 1973, quando viene colto all’improvviso da una serie di sintomi che vengono identificati con un attacco di edema cerebrale, le cui cause non vennero però scoperte.

Le cure tempestive riescono a salvargli la vita, ma solo 3 mesi dopo, il 20 luglio del 1973, Bruce muore dopo aver assunto un semplice analgesico.
Secondo i medici, la causa del decesso è rappresentata da una forte reazione allergica ad uno dei principi attivi contenuti nel farmaco, pur avendo riscontrato tracce di cannabis nello stomaco dell’attore. Ancora oggi, nonostante le chiare indicazioni dei referti dell’autopsia e delle cartelle cliniche precedenti, sono molte le persone che cercano di trovare una spiegazione occulta e misteriosa alla morte di Bruce Lee. Probabilmente non riusciremo mai a capire se effettivamente ci fossero complotti e sabotaggi diretti alla sua carriera, o se si tratta solo di un rifiuto da parte dei fans di accettare una morte che appare troppo banale per un mito del genere.

Questa sensazione è stata oltretutto esacerbata anche dagli avvenimenti che colpiranno Brandon, il figlio primogenito di Bruce. Durante le riprese del suo ultimo film, il celebre “The Crow – Il corvo”, Brandon viene sparato da una pistola che si riteneva fosse caricata a salve, esattamente 20 anni dopo la morte del padre.
A questo punto le teorie sulla morte di padre e figlio sono molte, ma c’è ancora chi ritiene che possa trattarsi di una coincidenza.


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