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La festa dei Saturnali


Il SERVO diventa PADRONE

Pare proprio che il male peggiore dell’epoca moderna sia lo stress, causato soprattutto da prestazione lavorativa e subito da coloro che non accettano il proprio ruolo, arrivando a sognare di vivere unicamente la fine della giornata operativa, la vacanza o addirittura la pensione.

Ebbene nell’antica Roma esisteva un periodo, dal 17 al 23 Dicembre (all’inizio si trattava di un solo girno) in cui ognuno poteva liberarsi, in occasione della festa dei Saturnali, del proprio ruolo sociale, secondo il semplice principio del “rovesciamento”, sicché gli adolescenti si affrancavano dall’oppressione paterna e i servi trionfavano sui liberi e sui padroni, dando sfogo al proprio malcontento.Vi immaginate che soddisfazione e che goduria fare da padrone per un servo spesso costretto al duro lavoro e alle pene corporali? Giorni di festa e di licenza, presenti presso tutti i popoli primitivi, che sono poi confluiti nel nostro Carnevale, ma che purtroppo al giorno d’oggi ha perso la sua vera identità, quella di essere valvola di sfogo sociale.

La festività sopra citata era collocata a chiusura delle feste campestri della semina, poco prima della scomparsa del Sole nel periodo oscuro del Solstizio d’Inverno. In questi giorni si rendeva omaggio a colui che aveva insegnato all’uomo il lavoro agricolo: il dio Saturno. Egli era il Signore delle Origini e del mondo durante l’Età dell’Oro, secondo un’antica tradizione che risale al poeta greco Esiodo e poi ripresa dai romani Ovidio e Virgilio. In base a tale credenza, l’evoluzione umana aveva attraversato diversi periodi: l’età dell’Oro, dell’Argento, del Bronzo e del Ferro.

La prima segnò un periodo beato in cui gli uomini convivevano con gli dei (una sorta del Paradiso Terrestre cristiano) senza preoccupazioni, perché l’abbondanza spontanea della natura non rendeva necessario il lavoro, per cui la mancanza di avidità, naturale conseguenza dell’assenza di proprietà privata, faceva regnare la pace tra gli uomini. Ma Saturno fu spodestato dal figlio Giove, per cui a questa “era aurea” seguirono le successive, in cui l’uomo ha conosciuto l’assassinio, la frode, la fatica, la miseria, le malattie. E Saturno, senza regno, andò in viaggio alla ricerca di un posto sulla Terra dove stabilirsi, e lo trovò proprio nel Lazio, a Roma. Quando Saturno scomparve, i Romani istituirono la festa dei Saturnalia, in memoria dei tempi dell’uguaglianza e della pace. In questi giorni le scuole e i tribunali erano chiusi, i militari ottenevano licenze, si facevano liberazioni di schiavi, si concedevano amnistie e le differenze di grado sociale erano abolite. All’insegna delle leggi del Mondo alla Rovescia, i servi si davano alla vita allegra, potevano parlare liberamente e addirittura farsi servire dai loro padroni ai banchetti; il cibo abbondante era compagno di burla e sberleffi gestuali e verbali, così testimoniano le pagine scritte delle commedie di Plauto, oppure le satire di Orazio, in cui il suo servo Davo osa accusare pesantemente il padrone di non mettere in pratica ciò che a parole il poeta predica per giusto

Saturnali

Infine vi siete mai chiesti come mai alla fine di Dicembre ci scambiamo i doni? E’ un’usanza che risale alla festa dei Saturnali, quando ci si scambiavano pietanze di vario pregio (che ci fanno pensare ai diversi dolci tipici delle svariate regioni d’Italia), oppure candele di cera, simboleggianti la luce solare, il fuoco, che l’uomo deve tenere acceso anche nei periodi bui (e che non mancano sulla nostra tavola anche se illuminata dalla luce elettrica) oppure si regalavano immagini degli dei, piccole statue d’argilla (che dopo alcuni secoli saranno sostituite con le statuine del presepe) ed altri oggetti il cui valore va visto nel vincolo del meccanismo dono-ricambio, che sta a testimoniare le proprie relazioni sociali.

L’antica usanza di regalare doni per i Saturnali è andata aumentando a dismisura in un’epoca consumistica come la nostra, ma vi immaginate che potrebbe succedere se per un giorno ogni dipendente potesse diventare padrone?


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