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Arte nella metropolitana


La sofferta viabilità di superficie sia privata che pubblica e la difficoltà a trovare parcheggio, inducono molta gente ad avvalersi dell’uso della metropolitana, che è entrata a far parte dell’esperienza di vita giornaliera di studenti, lavoratori, pensionati e turisti.
Tutte le più importanti ed estese città del mondo hanno i treni sotterranei con numerose linee, che coprono l’intero tessuto urbano, dotati nei paesi caldi come la Spagna di aria condizionata, purtroppo noi stiamo decisamente indietro rispetto agli altri per superficie viaria realizzata,costringendo il cittadino all’uso dell’auto privata e provocando i conseguenti problemi di traffico ed inquinamento, di cui soffre la città di Roma.

Già fu un sogno ottenere una ferrovia che corre nelle viscere della terra, i lavori iniziati negli anni Sessanta sono durati a lungo, tra problemi tecnici ed archeologici, poiché nel sottosuolo, nascosto all’uomo moderno, sopravvive il mondo della Città Eterna, infatti per ovviare a tali inconvenienti la terza linea di futura costruzione sarà realizzata a trenta metri sotto il livello stradale, poiché attraverserà aree di Roma ad alta concentrazione archeologica.

La struttura architettonica delle stazioni, d’impronta moderna, si è “rivestita d’arte”solo negli ultimi anni, andando a colmare una lacuna, in quanto le metro di molte metropoli straniere offrono già  da parecchio un panorama artistico al fruitore che si sposta rapido e forse disattento per i corridoi sotterranei; tra le tante metropolitane, basta pensare a quella di Mosca, iniziata trent’anni prima della nostra e famosa in tutto il mondo per ricchezza di stili architettonici, per varietà di materiali e tecniche usate, per lo sfarzo decorativo dei sistemi d’illuminazione, presenti nelle stazioni d’epoca.

A Roma come materiale artistico da collocare nelle stazioni è stato scelto il mosaico, in sintonia con la nostra tradizione, infatti se l’invenzione umana di assemblare i sassolini prima e le tessere dopo è di origine orientale, possiamo però asserire che i grandi fruitori e divulgatori del mosaico sono stati proprio i Romani. La durevolezza delle tessere, che resistono all’umidità e alla pulizia con acqua ha fatto sì che è stato inserito nei ninfei, nelle terme, nelle latrine e nei pavimenti di case e basiliche. La bellezza luminosa dei bagliori di luce, in epoca bizantina l’ ha fatto collocare sui muri delle chiese per parlare al popolo con le storie iconografiche tratte dalla Bibbia e poi tra dimenticanze e ritorni, è stato riproposto con l’art nouveau, da Klimt a Gaudi’, fino agli artisti del nostro secolo come Gino Severini, Mario Sironi, Lucio Fontana e Balthus, che prepararono i cartoni eseguiti poi dai mosaicisti. E come arte tipicamente romana non si può scordare che il mosaico, in bianco e nero, è stato scelto per la pavimentazione del Foro Italico, la prima struttura sportiva, pubblica, della nostra città. E’ quindi in linea con la tradizione, che Piero Dorazio esponente della pittura contemporanea ha ideato, insieme con Paolo D’Orazio,  il progetto “Arte Metro Roma”, che ha coinvolto numerosi artisti internazionali a preparare i cartoni realizzati in mosaico dalla Sicis di Ravenna, opere realizzate grazie alla collaborazione tra il Comune di Roma, l’Atac-Cotral e la Nestlè, iniziando dalla stazione metropolitana che porta il nome del più celebre monumento della città: il Colosseo.

metropolitana

Le vestigia del passato hanno fortemente condizionato l’architettura urbana, Roma è una città d’impronta classica, a prescindere dai moderni quartieri dormitorio, ma un bel giorno in tale contesto sono fiorite “opere astratte” realizzate in mosaico! Il cittadino che passa frettoloso è attirato innanzi tutto dai colori che occhieggiano di tessera in tessera al suo avanzare, e si chiede come sempre davanti ad un’opera astratta se ci sia un significato che l’artista vuole comunicare agli altri, ma il passo è più rapido della mente che analizza il pannello ed il nostro utente si trova ben presto per le scale o nei vagoni preso dal turbinio dei propri pensieri, mentre quelle tessere, quelle trame, quei colori rimangono interiormente allo stato subliminale. L’arrivo dell’arte astratta per i corridoi a taluni sarà apparso inopportuno, o comunque incomprensibile, essendo impreparati ad un tale linguaggio. Siamo talmente abituati al classicismo,  che quando visitiamo città come Parigi e ancor più Barcellona, in cui “ vecchio e nuovo” convivono, è possibile provare un senso di inadeguatezza del moderno accanto al classico.

Al di là della condivisione con tale arte, passare per gli spazi sotterranei nella semioscurità dell’illuminazione artificiale allietati dalla vibrazione del colore, è come passeggiare in un museo d’arte contemporanea, prova ne è che nessuna opera musiva è stata danneggiata con le scritte vistose che invece deturpano  vagoni e  fermate.Quindi ben vengano altre linee metro, che possono rendere la nostra vita più vivibile, abbellirle poi con l’arte significa nutrire lo spirito nel difficile cammino sotterraneo.


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