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L’arte di Giampiero Pierini


Giampiero Pierini mescola sapientemente nella sua tavolozza il colore, a gocce d’acqua e il connubio di questi due semplici materiali, uniti all’estro dell’artista, danno vita a capolavori di rara bellezza. Pierini è un noto pittore che vive e opera nella capitale (il suo atelier è in Via Valerio Flacco, 1) ed è un esperto maestro d’acquerello; dipinge atmosfere evanescenti e ovattate, sfumando con delicate velature i toni di colore, altre corpose e materiche, sfruttando la porosità della carta che, a contatto con l’acqua, crea macchie spugnose e scaglie di colore.
L’artista dipinge dal 1994: l’amore per l’arte gli era stato tramandato dal padre, pittore anch’egli, che sin da piccolo lo portava con sé a frequentare gli ambienti artistici del momento; così nell’81 si è diplomato presso il V liceo Artistico di Roma dove, grazie ad una sua insegnante, scopre la passione per l’acquerello.

Successivamente però pratica altri mestieri, lontani dal mondo dell’arte; ma “dopo l’ennesimo lavoro che non mi ha dato quella soddisfazione che mi aspettavo di cogliere dalla vita – come lui racconta – ho ricominciato a dipingere, esercitandomi da autodidatta nella tecnica dell’acquarello, assimilando gli studi dei celebri artisti J.M.W. Turner, R. Franz e degli Acquarellisti della Campagna Romana”.
L’acquerello è un’affascinante tecnica già utilizzata al tempo degli egizi, ma è stata da sempre relegata ad un ruolo marginale rispetto all’affresco, all’olio o alla tempera: “E’ una tecnica antichissima” ci spiega Pierini “e molto complessa, che andrebbe maggiormente valorizzata e non discriminata, come accade ancora oggi! Innanzitutto se opportunamente conservata tra due vetri, la carta acquerellata non si deteriora nel tempo. Inoltre il fatto che la stesura di questo colore sia rapida e spontanea non significa che sia facile; anzi, al contrario, cela aspre difficoltà: mentre con le altre tecniche si possono fare delle correzioni, con l’acquerello non si può tornare indietro!” Perché? “Perché il bianco e la luce di un’opera non si stendono con il colore, ma stanno sin dal principio nel foglio di carta immacolato, che una volta dipintocon i colori non si può più schiarire, a meno che non si ricorre ai toni chiari di tempera e quindi ad una tecnica mista. Molto più semplice è, invece, lavorare con l’olio, stendendo prima i toni scuri e poi i chiari, con i quali si può correggere o donare luminosità.”

pierini

Pierini dipinge magici paesaggi, composizioni con frutta o fiori, e si ispira spesso a soggetti dal vero: “Con i tratti del mio pennello suggerisco non solo quello che vedo, ma anche le sensazioni e le emozioni che ho provato e così elaboro e trasfiguro i soggetti. Spesso non uso neanche una matita per abbozzare, perché prima di lavorare rifletto molto, costruendomi già il quadro nella mia mente. Il momento successivo dell’esecuzione è una fase rapida, immediata, spontanea, che approccio direttamente con il colore. Mi fermo quando la carta ha bisogno di riposare per assorbire l’acqua ed asciugarsi… questo è un momento importante, perché i colori asciutti riservano sempre delle sorprese: a volte diventano più opachi, a volte più brillanti.”
Dove poter ammirare i capolavori di quest’artista? Pierini espone spesso in mostre personali e collettive, in Italia e all’estero e il prossimo appuntamento, per chi dovesse capitarci, è… a Parigi al Grand Palais des Champs Elysees !


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