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CHAGALL delle MERAVIGLIE


Non manca nessuno degli eroi chagalliani: la coppia di sposi che si libra in volo inneggiando all’amore, l’ebreo pellegrino che fugge eternamente, il rabbino che stringe la Torah contenente i rotoli della legge, la capra del sacrificio pasquale, i folkloristici acrobati del circo russo, il romantico violinista che suona sopra i tetti innevati di Vitebsk, il paese natale dell’artista. In Russia il mondo della favola veniva definito “il mondo capovolto” e infatti i protagonisti dei quadri di Chagall si animano di una fantasia irrazionale tipicamente fiabesca, così che i lampioni possono camminare e le case possono galleggiare alla rovescia.

Marc Chagall narra con un linguaggio originale e rivoluzionario, non solo il suo sentire intimo – soggettivo, ma anche la storia a lui contemporanea, testimoniando la drammaticità della rivoluzione russa e della persecuzione ebraica: crocefigge sulle sue tele il Cristo, appende terribili buoi scuoiati e sparpaglia folle impazzite…

L’artista amò profondamente la sua terra, che raccontò nostalgicamente col suo pennello: emigrato in Europa prima e in America poi, porterà con sé il ricordo del folklore russo, il suo essere ebreo, e infine Bella, la sua amata moglie. La Francia diventerà la sua seconda patria, con Parigi culla dell’arte che lo immette nel fervore delle avanguardie, e con la Provenza, oasi paradisiaca, che gli regala la gioia di una seconda giovinezza fino alla morte, all’età di 98 anni.

Ed ora i suoi quadri sparsi per il mondo si possono ammirare al Vittoriano. Questa volta l’esposizione romana è imperdibile perché vanta la presenza di un ricco nucleo di capolavori… tele di piccole e grandi dimensioni spiccano sulle bianche pareti per i loro colori vivaci, intensi, pastosi, materici, più vivi ancora di quelli della natura, e pensare che come racconta lui stesso: “Mamma vorrei fare il pittore… Cosa? Un pittore? Sei pazzo, tu. Lasciami mettere il pane in forno: non mi seccare. Ho il pane da fare…”.

chagall


Discussione

  •     gio   -  

    ciao,
    c’è un errore nell’articolo, se non ricordo male la mostra è all’ara pacis non al vittoriano.

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