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Il mercato delle macchine utensili


Sentiamo parlare di crisi dal 2008, ma dall’inizio di questo fatidico anno 2012, Maya permettendo, il tormentone è diventato a dir poco ossessivo.

Quelli che provano e hanno provato a smentire l’evidenza sono stati tacciati dalla schiacciante imponenza dei fatti; i numeri recitano il rosario di una crisi economica che vede l’Europa protagonista assoluta, non si può negare.

Quindi anche l’informazione ha preso a seguire la debacle economica narrando, non solo le imprese fiscali del tecnicissimo governo Monti, ma anche le frizioni e le contraddizioni di un tessuto produttivo in forte difficoltà, nel nostro paese, fino alle più tragiche conseguenze.

Eppure ancora oggi molti dati che possono apparire centrali per interpretare il momento, vengono semplicemente tralasciati dalla stampa mainstream, forse più attenta al costume che alla fredda laconicità dei numeri, dei dati.

E’ probabilmente il caso di alcuni dati che riguardano il mercato delle macchine utensili a livello nazionale e non solo, notizie apparse qua e là senza destare particolare attenzione. Invece riteniamo quello della meccanica leggera un settore cardine per la ripresa industriale di un paese come l’Italia.

Quindi forse vale la pena mettere in fila alcuni dei dati recenti in materia per capire come si è comportato effettivamente il mercato nazionale e internazionale delle macchine industriali nel 2012 e come devono reagire i nostri imprenditori alla crisi oggettiva che interessa tutti i settori dell’economia, quello industriale in primis.

Il 22 ottobre scorso l’Adnkronos passava con una velina alcune rade notizie sulla pubblicazione di una ricerca effettuata dal Centro studi & Cultura d’Impresa di Ucimu.

Il dato era abbastanza importante: secondo l’istituto il terzo trimestre del 2012 aveva registrato un calo del 16,8 % negli ordinativi di macchine utensili a scopi industriali.

Ma diventa ancor più significativo se affiancato ad un altro di poco successivo, battuto stavolta dal Corriere (http://www.corriere.it/notizie-ultima-ora/Economia/Germania-ordini-macchine-utensili-settembre-richieste-estero/30-10-2012/1-A_003280914.shtml) che riprendeva una velina del 30 ottobre scorso.

Anche la Germania ha registrato un calo del 17% degli ordinativi di macchine utensili nel terzo trimestre del 2012: ma in questo cqaso il dato è limitato al solo mercato interno.

Parallelamente infatti la Germania registrava un incremento del 9% sulle esportazioni di macchinari all’estero.

E il trend pare crescere in questa direzione, stando sempre alla velina di fine ottobre.

Il saldo per il mese di settembre era positivo per il mercato tedesco (con un +11%), un mercato che, pur mantenendo una flessione del 14% sulla domanda interna di macchine utensili, registrava una crescita dell’esportazione del 24% nel solo mese dello scorso settembre.

macchine utensili

Si vede come l’uscita dalla crisi è – soprattutto per il settore della meccanica di precisione e nell’industria metalmeccanica in genere – legata alla capacità di penetrazione verso i mercati esteri grazie ad un background industriale altamente tecnologico, sempre innovativo, sempre proteso verso l’eccellenza.

Una competizione ‘di prodotto’ e non ‘di prezzo’, una capacità di guardare al futuro mantenendo lo sguardo alto verso un fronte competitivo ormai decisamente internazionale.

Una ricetta, quella suggerita dai dati tedeschi, che richiede investimenti e ottimizzazioni di processo e di prodotto, quindi sforzi non indifferenti in un momento di diffoltà come questo, in cui il credito sembra strozzato ai nastri di partenza. Eppure il futuro industriale del paese passa proprio da qui, molto più che non dai tautologici stabilimenti industriali della Fiat, in un momento in cui l’automotive non è certo il cuore pulsante dell’attuale tessuto industriale italiano, non più almeno.

Crediamo nel settore e speriamo che tenga: proprio in riferimento all’export il primo trimestre 2012 era andato bene, sempre secondo le stime Ucimu. Il mercato interno è stagnante e bloccato da una stretta creditizia che soffoca moltissime aziende: ma l’export che era riuscito a trainare la domanda nella primissima parte dell’anno, è calato nel secondo e nel terzo trimestre, portando il mercato italiano dei macchinari industriali ad un nuovo pesante arresto.


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