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Sigaretta elettronica o psicoterapia?


Per quel che riguarda le dipendenze, mi sono interessato di ogni aspetto di questo problema. Per i tabagisti, vale la prospettiva esistente, più o meno, per tutti gli altri. La psicoterapia individuale è molto utile per curare e risolvere i disturbi d’ansia che si accompagnano e stanno dietro alla dipendenza.

Contemporaneamente, è bene che il paziente frequenti un gruppo di autoaiuto, sul modello di quelli organizzati dagli alcolisti anonimi. Ne esistono per tutti i generi di dipendenza, compresa la ludopatia, che oggi va di moda, ovvero il gioco d’azzardo.

sigaretta

La sigaretta elettronica è un modo, dolce, per cercare di allontanarsi dal tabacco. Il mantenimento della rituale gestualità consente di mantenere un qualche limitato dominio sui disturbi d’ansia che si accompagnano alla dipendenza. L’ansia, come è noto, viene attenuata dai più diversi rituali; financo da quelli di tipo superstizioso.

Inoltre, vi è la possibilità di inalare nicotina attenuando, misuratamente, le sofferenze dell’astinenza fisica. La sigaretta elettronica resta il segnale di qualcos’altro. La psicoterapia ha come obbiettivo immediato la cura dei disturbi d’ansia e, come obbiettivo remoto, la gestione e, auspicabilmente, la risoluzione della dipendenza.

Quest’ultima va considerata, psicoanaliticamente, frutto di situazioni e relazioni arcaiche. Il fumo, come è noto, aumenta in tutte le situazioni ansiogene (sotto esami, in carcere, in guerra, ecc.). Anche per i tabagisti, come per tutti gli altri tossicodipendenti, in molte strutture sanitarie, sono stati attivati dei gruppi, gestiti da psicologi, che si propongono di sostenere le persone decise ad abbandonare la dipendenza.


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