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Dagli hotel a capsule di Tokyo agli alveari di Pechino


Il Giappone è una terra ricca di fascino e mistero. La sua cultura, ben lontana da quella occidentale, spesso è in netto contrasto con gli standard qualitativi europei.

Un esempio eclatante è il dilagare degli hotel a capsule.

Sono dei veri e propri hotel che sostituiscono le classiche camere in stile giapponese con delle capsule che misurano 2 metri di lunghezza, 1 metro di larghezza e 1,25 metri di altezza.

Queste capsule sono disposte in fila e raggiungono un massimo di 2 piani. Il cliente ha quindi a disposizione solo il posto per dormire. Tra i confort a disposizione spesso si trova un televisore, la possibilità di connettere il proprio computer o tablet, e una tendina per la privacy. Il costo si aggira intorno ai 20-30 euro a notte. All’interno degli hotel si trovano poi aree comuni dotate di lavatrici a gettone, distributori automatici, e ancora bar e piccoli ristoranti.

Ma non bisogna credere che solo i ceti meno abbienti usufruiscano di questi particolari hotel. Infatti sono spesso localizzati vicino aeroporti o stazioni ferroviarie, quindi tutti coloro che devono attendere la coincidenza del mattino successivo potranno soggiornare a basso costo senza perdere tempo nella ricerca di un hotel nei dintorni.

Gli hotel a capsule offrono poi tariffe vantaggiose se si prendono per poche ore, per esempio per riposarsi un pò durante la pausa pranzo!

E se il Giappone promuove le capsule per brevi soggiorni, la capitale della Cina scopre gli alveari.

A Pechino ultimamente il costo degli affitti è salito alle stelle e sempre più impiegati non possono permetterselo. Così i proprietari di immobili hanno modificato le loro case in affitto e le hanno divise in veri e propri alveari.

Stanze minuscole di circa 3 metri quadrati nelle quali entra solo un materasso e una piccola scrivania su cui appoggiare il computer. Quasi sempre senza finestra sono dotate solo di porta. I bagni in comune sono spesso fatiscenti. Il rischio di incendio è altissimo, visti i materiali utilizzati e le condizioni di sicurezza praticamente inesistenti. Il costo medio si aggira intorno ai 125 euro al mese.

Purtroppo questo tipo di alloggio è estremamente diffuso e i controlli delle autorità sono trascurabili. Sempre più impiegati sono costretti a ricorrere agli alveari, perchè non possono permettersi l’affitto di una camera.

Il contrasto tra la vita di giorno e quella di notte si fa sempre più accentuato se si seguono gli abitanti degli alveari: di giorno si recano ai loro uffici, in giacca e cravatta stretti nei loro abiti puliti e stirati e di notte si ritirano nei tre metri quadrati maleodoranti e faticenti.


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