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Quanto dura casa mia?


Quasi tutti noi abitiamo in un edificio con telaio in cemento armato. Questo fantastico materiale, introdotto alla fine del secolo scorso, ha infatti letteralmente rivoluzionato le tecniche costruttive e la faccia delle nostre città.

Nel nostro paese il vero boom (ed abuso) della “pietra liquida rinforzata” si è verificato negli anni 50 e 60, di pari passo con le vicende nazionali. Così oggi ci ritroviamo con una pletora di fabbricati con circa 50 anni di età.

La domanda è: quanto dureranno?

In termini più generali questa domanda è sempre rimasta un po’ velata – direi anzi rimossa – dalle nostre coscienze.
La coppietta che gira per agenzie, la signora che cerca casa per la figlia, il capofamiglia con altro bebè in arrivo, quando visitano un appartamento in vendita chiedono informazioni su mille cose (i vicini, l’impianto elettrico, il riscaldamento autonomo, il condominio, il portiere, il garage, la metro, la scuola) ma “come sta” l’edificio, a dispetto dei diversi casi di cronaca, non è una domanda frequente.

Eppure non è stato sempre così; i nostri nonni quando andavano a vedere un casale od una villetta guardavano pensosi gli spigoli dell’edificio, cercavano con sguardo truce e sospetto le tracce di qualche recente rifacimento di intonaco che fosse sintomo di lesioni nascoste, saltavano a tradimento al centro dei solai per saggiare la quantità di oscillazioni, si presentavano a sorpresa nel bel mezzo di un acquazzone…

Oggi capita di veder acquistare, nel bel mezzo del centro storico ed a a milioni di euro per volta una bella soffitta condonata; dove magari piove, fa un caldo boia d’estate e si battono i denti d’inverno; dove – soprattutto – i muri hanno più lesioni che mattoni mentre i solai sembrano il tappeto elastico del luna-park. Ma si sa, è sempre meglio un “mattone” discutibile che un bell’investimento in Borsa.
In definitiva si è persa quella base di nozione empirica, su come è fatto un muro, su come si ripara un tetto, che nel secolo scorso era praticamente un bagaglio culturale di ogni persona adulta.

E questo vale tanto più nel caso degli edifici di Cemento Armato, che per definizione e per la coscienza collettiva rappresentano il non plus ultra della affidabilità e resistenza; una casa con telaio in C.A. la si compra ad occhi chiusi.

Di tutto questo in effetti bisogna ringraziare la generazione passata di tecnici che, districandosi tra palazzinari disinvolti e mezzi economici scarsi del dopoguerra, nonostante tutto hanno disegnato e costruito edifici che continuano (spesso incredibilmente) a stare in piedi.

I loro palazzi infatti – realizzati praticamente tutti in cemento armato tra gli anni 50 e 60 – hanno dato pochi dispiaceri, ben meno di quelli delle generazioni precedenti.

Insomma: questa sensazione di sicurezza per l’edificio di Cemento Armato quanto è valida? E la questione appare oggi particolarmente pertinente, visto che recentemente questa sensazione di affidabilità è stata scossa da diversi episodi di cronaca.

Insomma: casa mia, che ha circa mezzo secolo di vita, per quanti anni ancora starà in piedi?


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