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Dove installare il condizionatore?


In prossimità dell’estate è doveroso informare i nostri lettori sulle novità giuridiche che riguardano il posizionamento dei condizionatori d’aria all’esterno degli stabili ed il conseguente problema del rispetto del decoro architettonico.

Le torridi stagioni estive degli ultimi tempi hanno fatto “fiorire” sui palazzi innumerevoli condizionatori, che deturpano l’estetica almeno quanto le numerose caldaie degli impianti autonomi di riscaldamento, se poi aggiungiamo la fitta rete di antenne terrestri e satellitari che svettano sui tetti od “occhieggiano” dai balconi, fili elettrici penzoloni e tubi di varia natura, finiamo con il violentare l’armonia di qualsiasi stabile.

Certo non vogliamo parlar male dei condizionatori d’aria, che con il loro refrigerio rendono possibile la vita di chi lavora fuori o dentro casa e alleviano le sofferenze di una calda estate a chi non lascia la città, a chi è anziano o malato; proprio per tutti questi buoni motivi, non si può rinunciare ai benefici apportati dal progresso, così come abbiamo imparato a scaldarci d’inverno, dotando i nostri palazzi di caldaie e canne fumarie, che purtroppo contribuiscono ad inquinare l’ambiente, o peggio ancora per l’estetica urbana, di quella miriade di piccole caldaie posizionate sulle facciate.

Sicché un’estate dopo l’altra ogni nucleo abitativo si doterà di condizionatore d’aria e allora cosa sarà dei nostri palazzi? Per capire l’effetto devastante sull’architettura civile, basta guardare gli stabili pubblici del centro cittadino, bei palazzi d’epoca deturpati dalla presenza ad ogni finestra di un condizionatore e qualora si tratti di apparecchi rumorosi e molto ingombranti, tali da alterare il decoro architettonico, riusciamo perfino a capire che si arrivi a sentenziarne la rimozione.

Ma chi di noi se la sente di rinunciare a una tale comodità?
Il problema è all’ordine del giorno e scottante, e a parte la speranza che si producano macchine sempre più piccole e silenziose, bisognerebbe essere almeno più discreti, cercando di mimetizzare gli apparecchi, per non alterare l’estetica degli esterni. Purtroppo non sempre possediamo il senso del “bene comune” come i cittadini dell’Europa centro settentrionale, che amano tenere pulite le strade, ben curati i marciapiedi fino al punto di farvi crescere il prato che personalmente innaffiano e potano, conservare lindi gli androni e gli esterni del proprio stabile, perché il “bene comune”appartiene ad ognuno di loro, come dovrebbe appartenere ad ognuno di noi.


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