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La casa tradizionale giapponese: il minimalismo al potere


Il Giappone è un paese molto moderno e all’avanguardia ma mantiene ancora intatta una parte fortemente legata alle tradizioni, per noi occidentali molto diverse ed affascinanti. Siete mai stati a visitare questo grandissimo e variegato Paese? Per la maggior parte è costituito da case in cemento e grandi palazzi nel rispetto delle regole antisismiche – vista la frequenza dei terremoti – ma nelle zone rurali e nelle periferie si possono ancora trovare le classiche abitazioni giapponesi, anche se sempre più rare. Si proprio quelle semplicissime, ecologiche e minimaliste fatte di paglia, legno e carta.

Com’è fatta una casa tradizionale giapponese? E come ci si vive? Sicuramente non è per gli amanti dei fronzoli e degli orpelli inutili! Questo tipo di abitazione tradizionale è chiamata minka e si distingue nella versione di campagna (il noka) e quella di città (machiya) diverse per forma e metodo costruttivo ma non per i materiali che sono praticamente gli stessi. I pilastri strutturali, le travi, le pareti, il soffitto e il tetto sono fatti in legno; il pavimento è realizzato in legno e in tatami di paglia; la carta è usata per rivestire le porte scorrevoli mentre il bambù è prevalentemente decorativo.

La casa è divisa sostanzialmente in due parti. Il Genkan è l’ingresso che introduce alla casa e allo spazio abitabile vero e proprio. È di un gradino più basso rispetto al resto della casa e qui vengono deposte le scarpe per non portare sporcizia all’interno, dove ci si muove a piedi scalzi o con apposite pantofole. Poi c’è lo spazio abitabile fatto da pavimento in legno o in tatami. Del tatami avrete probabilmente sentito parlare ma cos’è in pratica? Si tratta di stuoie rettangolari di paglia pressata e intrecciata e rifinita con bordi in lino o cotone. Si trovano tipicamente in cucina e in soggiorno.

Tutta la casa è all’insegna della leggerezza e del minimalismo senza nessuno spazio lasciato al superfluo. In camera da letto c’è solo un armadio a muro per contenere gli oggetti e il letto chiamato futon che è composto solo da un materassino e da una trapunta. Il futon viene tirato fuori la sera e riposto poi nell’armadio la mattina per far spazio agli altri mobili della casa, in genere un tavolino basso e dei cuscini su cui sedersi.

In soggiorno troviamo solo un armadio-credenza per contenere gli utensili, un tavolo per mangiare che in inverno è dotato anche di coperta riscaldata e il focolare domestico costituito da una cavità nel pavimento che contiene il fuoco per il bollitore. C’ è poi sempre un angolino riservato al rito del tè, molto importante per i giapponesi.

Le pareti sia interne che esterne (chiamate shoji) sono tutte scorrevoli e rimovibili e realizzate con carta di riso ed un’intelaiatura in legno. In estate vengono rimosse per aprirsi al contatto col giardino, che è parte fondamentale della casa, e far entrare il vento refrigerante.

Voi vivreste in una casa così semplice e votata all’essenzialità?


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