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AEQUINOCTIUM VERNUM


I mass media non possono non ricordarcelo tutti gli anni: ogni 21 Marzo entriamo nell’Equinozio di una nuova Primavera. E’ forse la data più amata del calendario, in quanto sentiamo che incarna la nascita della vita, connessa a riti ancestrali che si perdono nella notte dei tempi, a feste pagane che si sono fuse con quelle cristiane. Ma andiamo in ordine di tempo…  I nostri padri si accorsero che, durante l’evento astronomico dell’Equinozio di Marzo, le ore di luce divenivano pari a quelle di buio, per poi aumentare progressivamente di giorno in giorno, inoltre davanti ai loro occhi esplodeva il rifiorire della terra, dopo il riposo invernale; pertanto risulta intuitivo perché i Romani scelsero tale data “naturale” come inizio ufficiale del Nuovo Anno.

Durante le celebrazioni di rigenerazione, i romani seguivano riti di “eliminazione del vecchio”, giunti fino ai nostri giorni nelle diverse forme carnevalesche in cui si brucia il Re Carnevale. Ci si augurava di trascorrere un anno felice ed abbondante e durante la festa di Anna Perenna, divinità di dubbie origini ma comunque legata alle feste campestri, nel boschetto nei pressi di Porta del Popolo,  ci si scambiavano gli auguri di buon anno, bevendo tante coppe di vino quanti erano gli anni futuri che ci si augurava di vivere, con gli inevitabili risultati che si può immaginare! Era la festa della Grande Madre Terra, la festa dell’Amore e della Fertilità, sulla quale s’innestò la ricorrenza cristiana dell’Annunciazione: l’annuncio della vita nel grembo di Maria.

E come ogni cosa che vale ha bisogno di un difensore, così la terra, sia come luogo deputato all’insediamento umano, sia come sede dell’attività agraria, ebbe come protettore il dio Marte, che ha dato il nome al mese omonimo. Pronto alla battaglia per difendere la proprietà, era protettore dei giovani che si accingevano a combattere, poiché nella stagione primaverile riprendevano le manovre militari; egli inoltre era venerato come fecondatore dei campi e degli animali, che nel mese di Marzo tornavano a nuova vita. In suo onore era stata istituita la festa degli Ambarvalia, in cui veniva purificato il territorio urbano e rurale, usanza arrivata fino ai nostri giorni con la benedizione dei prodotti della terra, degli animali e della casa. Infine vale la pena ricordare come egli fosse il padre divino di Romolo e Remo, figli di Rea Silvia, dal quale ebbe inizio la mitica civiltà romana.

Ma torniamo all’Equinozio di primavera (aequinoctium vernum), esso ha sempre rappresentato l’equilibrio cosmico, poiché si esprime con la stessa durata del giorno e della notte, nell’eguale potere del sole e della luna, simboleggianti il maschile e il femminile; è pure la data di partenza per fissare la festività cristiana della Pasqua, che fu stabilita, nel 325 durante il concilio di Nicea, la prima domenica dopo il plenilunio successivo all’equinozio di primavera.

margherita

Simbolo della celebrazione è sempre stato l’uovo, presente in ogni tempo ed in ogni cultura, dallo zero di Pitagora al contenitore del caos, tanto che alcune uova simboliche sono ancora visibili in molti musei di tutto il mondo, come quello egizio ed etrusco. L’uovo rappresenta l’inizio della vita, animale e umana, e per similitudine quella vegetale, infatti nel seme, la vita è protetta da un guscio esterno e come messaggio metaforico è sopravvissuto nel tempo per arrivare con tutta la sua carica simbolica fino ai nostri giorni.
Ma di questo parleremo un’altra volta.


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