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Il quartiere Trieste


Il quartiere Trieste era abitato sin dalla preistoria. Le prime testimonianze umane risalgono alla notte dei tempi e raccontano una storia ricca di aneddoti.

E’ sul Monte Antenne che i sabini stabilirono alcune loro dimore, e fu proprio in questi luoghi che fu messo in atto il famoso “ratto delle sabine”.

Poi all’epoca dei romani le frequentazioni si trasferirono dalla superficie al sottosuolo con la nascita di numerosissime Catacombe.

Bisogna però aspettare il 1300 per trovare all’interno del territorio le prime ville nobiliari e i primi casali, che poi nell’800 diedero ospitalità persino a Giuseppe Garibaldi.

Il vero sviluppo urbanistico e architettonico della zona si realizzò solamente nel 1900, quando si diede vita ad una edilizia residenziale di lusso con la costruzione del “quartiere Coppedè”. In realtà non è un vero e proprio quartiere, ma un insieme di costruzioni formate da diciotto palazzi e ventisette edifici che sono stati progettati per soddisfare le richieste di una clientela molto facoltosa. La zona fu poi completata negli anni ’30 con una urbanizzazione intensiva sia privata che convenzionata.

Fino al recente passato il quartiere Trieste era frequentato da persone facoltose e da molti personaggi famosi: da Sophia Loren a Vittorio Gassmann, da Eduardo de Filippo a Paolo Villaggio.

Ed è proprio per la sua particolare architettura che fu scelto da moltissimi registi. Basti pensare che le case di viale Libia furono scelte da Vittorio De Sica per girare “Ladri di biciclette”, da Luigi Zampa per “Il medico della mutua” con Alberto Sordi e da Ettore Scola per “C’eravamo tanto amati”. Per gli amanti dell’horror vale la pena ricordare “L’uccello dalle piume di cristallo” e “Inferno” di Dario Argento girati nel quartiere Coppedè. D’altronde il genere horror calza a pennello, basti ricordare la leggenda nata nella II Guerra Mondiale che raccontava di un Lupo Mannaro che nelle notti di luna piena si aggirava per Piazza Vescovio ed emetteva urla strazianti che terrorizzavano gli abitanti. La leggenda presto fu razionalizzata quando al Lupo Mannaro fu dato un volto: non era nient’altro che un malato di mente che fu subito ricoverato in manicomio.

Non solo il cinema, ma anche la musica ha trovato ospitalità in questa zona di Roma. Dagli anni sessanta con la nascita del Piper attira cantanti da tutto il mondo: da Patty Pravo a Renato Zero, dai Rolling Stone a Jimi Hendrix, dai Pink Floyd ai Beatles.

Il quartiere Trieste è frequentato anche per la sua cultura. Sono infatti presenti il famoso liceo classico Giulio Cesare e la prestigiosa Università LUISS.

Insomma è un quartiere ricco di storia che però non resta imbrigliato nei suoi fasti passati, ma che proietta nel futuro la sua dinamicità e capacità ad adattarsi. La costruzione della metro all’interno della zona ne è un emblematico esempio.


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