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La crisi del settore edile nel 2021


Un calo del 14 per cento nel settore delle costruzioni tra il 2019 e il 2020, questo segnala l’Istat dopo aver rielaborato gli ultimi dati di ottobre scorso.

E se ci arriva l’istituto nazionale per le statistiche, in un’analisi dei dati sul tempo lungo di un anno, significa che il blocco dei cantieri è una realtà ormai comune negli scenari urbani delle principali città italiane.

Anche perchè si tratta appunto di un dato nazionale, che molto probabilmente cela cali ancora più accentuati in determinate realtà locali ad alta concentrazione di opere edili per ragioni strutturali.

Dopo un anno di crisi economica le aziende chiudono i cantieri. Ma il dato va arricchito di parecchio.
E’ il sistema finanziario quello che ha bloccato l’intero ciclo del mattone, a Roma come in tutta Italia.

Il blocco dei mutui ha scoraggiato il mercato immobiliare inibendo direttamente le intenzioni di acquisto.
La stretta creditizia che ha interessato le imprese edili, a monte potremmo dire, ha poi favorito la chiusura sistematica dei nuovi cantieri.
Favorendo quel circuito vizioso al ribasso che ha lasciato il settore nella stagnazione più totale.

Così mentre il costo del denaro cresce, i costi per i materiali e dell’energia crescono per colpa della crisi e delle manovre fiscali; e il consumo finale è strozzato dalle contingenze, rimandato, nel migliore dei casi, o del tutto soffocato per difficoltà di accesso al mutuo da parte delle famiglie.

Dal 2022 possiamo aspettarci un miglioramento oggettivo delle condizioni produttive nel settore edile ed immobiliare?
Si, a patto che qualcosa si muova proprio nel ganglio economico che ha paralizzato il continente, quel reparto bancario che oggi più che mai avrebbe il compito di sottrarre i cittadini dalla morsa monetarista che ha governato l’Unione Europea per tanti anni, e invece pianificare un’economia in grado di costruire l’Europa che vorremmo, sul piano fiscale, finanziario ma anche concretamente materiale (infrastrutture, accesso ai beni primari come la casa e altre filastrocche simili, filiera corta dell’ideologia europeista ante litteram).


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