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I tesori della steppa: i Sarmati


Sarmati: generale denominazione per gruppi tribali di origine iranica, che vissero dal VII secolo a.C al IV secolo d.C. in un vasto territorio localizzato attualmente nelle pianure della Russia meridionale, dell’Ucraina e della Moldavia fino al corso del fiume Danubio e al bacino dei Carpazi. La sede dei Sarmati nel corso dei secoli variò e la regione Sarmazia non appare ben definita.

Si ipotizza che provenissero dalle steppe del Kazakhstan occidentale e dall’area del Lago d’Aral e che nel corso della prima metà del I millennio a.C iniziarono un lento movimento verso ovest, probabilmente provocato da altri movimenti di popoli in Asia Centrale. Al tempo di Erodoto (V sec. a.C.), abitavano ad est del Don, lungo il basso corso del Volga. a sud della catena montuosa degli Urali e nelle steppe comprese fra il lago d’Aral e il Caspio, mentre intorno al II secolo a.C. si erano già spostati ad ovest del Volga seguendo un continuo processo in direzione ovest che li porterà, verso le coste settentrionali del Mar Nero e, oltre, verso il Danubio, sulle cui sponde apparvero nel I secolo d.C. La provincia romana della Moesia Inferiore, corrispondente all’attuale Bulgaria, venne invasa al tempo dell’imperatore romano Nerone (metà del I secolo d.C.), e successivamente anche la Dacia (Romania) e la regione del basso Danubio, dove i Sarmati, alleati dei Daci, si scontrarono contro l’esercito romano di Traiano, nella prima parte del II secolo d.C.

Nel III secolo d.C., nella regione del Basso Danubio, i Sarmati vennero assimilati dai Goti, con i quali migrarono verso l’Europa occidentale. I gruppi sarmatici stanziati ancora nelle steppe a nord del Mar Nero, nel 370 AD vennero sopraffatti dall’invasione delle orde degli Unni. Coloro che sopravvissero, o furono assimilati o cercarono rifugio sfuggendo verso ovest e verso il Caucaso. Combatterono al fianco anche di Teodorico, che risalendo la media valle del Danubio, si dirigeva verso l’Italia. Gruppi individuali sarmatici sono nominati nelle fonti tardo-antiche ancora nel VI secolo d.C.: alcuni di loro parteciparono all’invasione dell’Italia con i Longobardi e si spinsero fino alla Spagna e alle coste del Nord Africa. Secondo molti studiosi, la lingua ossetica, ancora oggi parlata in alcune zone montane del Caucaso, sarebbe di diretta derivazione della lingua parlata dalle tribù sarmatiche nei primi secoli d.C.

A causa del comune patrimonio culturale nomadico e centro-asiatico, la società sarmatica presenta molte caratteristiche simili a quella scitica. L’economia si basava essenzialmente sull’allevamento e sulla pastorizia. L’agricoltura era praticata solo in quelle aree che erano a diretto contatto con popolazioni stanziali, per esempio lungo la valle del Don e del Kuban. Un altro aspetto importante nell’economia consisteva nel diretto e costante commercio con le fiorenti città della costa settentrionale del Mar Nero frequentate da commercianti greci, anatolici e iranici. Nella religione le differenze erano più marcate fra Sciti e Sarmati. Mentre i primi veneravano divinità della natura, i Sarmati veneravano anche il fuoco a cui sacrificavano anche i propri cavalli. A differenza del ruolo recluso e passivo delle donne nella società scitica, in quella sarmatica, le donne non sposate prendevano parte ai combattimenti e alle razzie insieme ai compagni di sesso maschile. Tale costume influenzò notevolmente i Greci portandoli a costruire il mito delle Amazzoni.

Escludendo una sorta di potere matriarcale anche nelle fasi più antiche del suo sviluppo politico e sociale, la società sarmatica era guidata da signorie a livello locale, in costante lotta fra loro e contro i confinanti, per il controllo del territorio, delle risorse e delle vie di comunicazione. Tali scontri portarono alla formazione di vere e proprie alleanze o confederazioni di diversi gruppi umani, guidate da un clan famigliare dominante e note storicamente come Aorsi, Iazigi, Rossolani, Siraci e Alani. Per esempio i Siraci occupavano le coste del Mare d’Azov e le pianure ai piedi del Caucaso settentrionale, gli Aorsi erano stanziati lungo il Volga inferiore, i Rossolani nelle steppe fra il Dnepr e il Don e gli Iazigi lungo le rive del Danubio. Gli Alani, altra compagine tribale che ebbe il sopravvento a livello locale sulle altre famiglie della stessa stirpe, provenivano dal Lago d’Aral e sono noti per i loro insediamenti semi-permanenti e per le necropoli nel corridoio fra il Caspio e il Mar Nero datati agli ultimi secoli del primo millennio a.C. All’inizio del II secolo d.C. gli Alani furono fra gli alleati dei Geti e dei Daci nello scontro armato contro l’impero romano retto da Traiano.

sarmazia

Le testimonianze sono concordi nel definire i Sarmati una popolazione nomade. Erodoto, infatti, li definisce amaxobioi, ovvero viventi sui carri, dediti alla caccia e alla pastorizia. Per tale motivo, gli insediamenti archeologici attribuibili alla loro cultura sono rarissimi e la maggior parte delle informazioni e degli oggetti proviene da necropoli caratterizzate da tumuli funerari, alcuni dei quali di grandissime dimensioni (kurgan). I reperti tipici erano le bardature dei cavalli, spade, lance, pugnali, recipienti in argilla, in pietra e in legno e gioielli realizzati in oro, argento e con largo uso di paste vitree policrome. Bellissime manifatture in metalli preziosi sono state rinvenute in numerose sepolture che testimoniano un gusto artistico tipicamente nomadico, il cosiddetto “stile animalistico” caratterizzato da decorazioni zoomorfe, sia stilizzate che realistiche, con animali fantastici predatori che si alternano ad equidi, caprini e camelidi. Tali motivi decorativi erano applicati su ogni oggetto della cultura materiale. Oltre a queste rappresentazioni in stile animalistico, sono state rinvenute anche rappresentazioni di spiriti alati e divinità dai connotati antropomorfi, così come motivi decorativi floreali.

Il caratteristico stile policromo sarmatico apparve per la prima volta nel terzo secolo a.C. ma ebbe la maggior diffusione fra il I a.C. e il II secolo d.C. Indumenti, armi, bardature di cavalli e gioielli metallici erano impreziositi da pietre e perle in pasta vitrea. Nel III e IV secolo d.C. lo stile policromo divenne ancora più ricco e barocco, sebbene il livello tecnico e artistico degli oggetti fosse inferiore.


Discussione

  •     lucianabassi   -  

    Sono alla ricerca di materiale specifico riguardo le Amazzoni nell’arte antica. Sono nozioni di base che ho letto volentieri.

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