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Cosa chiede ANIA al governo


Pochi giorni fa il presidente dell’Associazione Nazionale Imprese Assicuratrici ha rilasciato alla stampa alcune dichiarazioni atte ad inserirsi nel gioco di presioni politiche che hanno accompagnato il varo della legge finanziaria per il 2022 in discussione in parlamento ad opera della compagine governativa.

Per essere precisi il presidente Ania vuole caldeggiare l’approvazione di una norma già precedentemente contenuta del disegno di legge Destinazione Italia, poi stralciata e ora ricomparsa all’interno del disegno di legge Concorrenza, che include un più ampio intervento sul settore terziario italiano ed è ancora in fase di studio da parte del Governo.

Si tratterebbe di una rivoluzione copernicana per il settore delle RC Auto, destinata tra l’altro ad abbattere fortemente il prezzo medio degli attuali premi per i consumatori italiani, che al momento sopportano le tariffe più care d’Europa.

rc auto

Secondo le imprese assicuratrici, infatti, l’elevato tenore dei premi assicurativi per la responsabilità civile dei veicoli in Italia sarebbe fortemente influenzato dagli alti costi delle riparazioni delle auto che gravano sui bilanci delle compagnie.
Tali costi sarebbero gonfiati, secondo Ania, grazie all’attuale metodo di risarcimento, che passa per carrozzieri e avvocati privati liberamente scelti dal consumatore.

La proposta di Ania, ora inserita nel ddl Concorrenza, prevede invece l’istituzione di officine convenzionate con le compagnie assicuratrici, che siano in grado di fornire il servizio di riparazione dei veicoli senza imporre al sistema assicurativo quei tipici costi ‘all’italiana’, troppo spesso gonfiati ad arte, che attualmente impongono un alto tenore dei costi per i premi annuali delle polizze.

D’altra parte questo genere di approccio è particolarmente osteggiato dalle categorie coinvolte.

Ovviamente i carrozzieri temono per le ricadute occupazionali sul settore, dal momento che un restringimento della concorrenza sul mercato porterebbe probabilmente alla chiusura delle aziende più piccole, a causa del calo della domanda determinato dalla norma.

Protestano gli avvocati, che temono l’introduzione di proposte similari per la loro categoria e che hanno, al momento, ampi margini di manovra nei contenziosi relativi ai risarcimenti assicurativi privati.

Protestano infine le associazioni di consumatori, che temono che la norma porterà ad un abbassamento degli standard qualitativi delle riparazioni.

Non a torto, se si considera che il ‘risparmio’ sui costi di riparazione invocato da Ania sarebbe poi valutato – se passasse il disegno di legge – proprio a partire dai presunti minori costi delle officine meccaniche convenzionate.

In altre parole, fino a che punto si potrà parlare di ‘opportuno risparmio’ e quando invece di ‘riparazione sommaria’?

Bel dilemma per l’esecutivo…


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