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Preoccupazioni di un distratto: ridateci il tacito rinnovo!


La distrazione e la pigrizia patologica nei confronti delle scadenze colpisce molte persone d’ingegno.

Ve lo scrive uno che di pigrizia ne coltiva da tempo, uno che ha fatto del ritardo e dell’inadempienza uno stile di risposta allo stress inutile che la vita spesso ti impone.

A parte scherzi, nella società post-industriale – e nella società italiana in particolare – la burocrazia e gli impegni possono essere capaci di logorare persino le persone più pazienti ed ordinate, figuriamoci gli effetti di questo genere di pressioni sulla stragrande maggioranza della popolazione.

conciliazione paritetica

Che nel nostro paese non è quasi mai del tutto esente dall’insofferenza nei confronti delle ‘incombenze’, perchè l’indolenza italiana è tristemente famosa nel mondo, e nel bene o nel male è parzialente giustificata da un tessuto organizzativo e statale effettivamente lento ed inutilmente complicato, più o meno dall’Unità d’Italia ad oggi senza particolari soluzioni di continuità.

Come ogni italiano, forse, anch’io tento di affrontare piccole e grandi scadenze con una filosofia di vita improntata alla limitazione assoluta del ‘danno’ che tali incombenze pratiche possono avere sull’organizzazione effettiva delle mie giornate quitidiane.

Come tutti, insomma, cerco di studiare le migliori strategie per minimizzare le preoccupazioni superflue della vita quotidiana per dedicare le mie preziose energie nella coltivazione di una sacrosanta pigrizia esistenziale, vero antitodo al logorio della vita moderna.

Non è sempre facile coltivare la strada che porta alla vera indolenza.

Sono proprio i particolari che possono fare la differenza, quei piccoli maledetti dettagli burocratici che cambiano la sostanza delle cose; le clausole contrattuali scritte in piccolo, insomma, sono proprio quelle le piccole-grandi insidie per il cittadino giustamente pigro.

L’ultimo caso di questo genere l’ho notato al momento dell’ultimo rinnovo dell’assicurazione per l’auto. Una fiat 500 vecchissimo modello, per’altro.

Da pigro, il problema era emerso DOPO la scadenza naturale della polizza.

Nulla di male, la legge saggiamente ha previsto ben 15 giorni di copertura extra per i ritardatari. Fantastico, il sistema funziona.

Ogni volta che vado dall’assicuratore utilizzando la copertura extra per i ritardatari mi sento finalmente parte di una comunità più grande di me.

Una comunità di distratti, che prevede per legge il rinnovo successivo alla scadenza.

Grandioso.

Ma quest’anno scopro con sgomento che è stata abolita la clausola per il tacito rinnovo delle polizze, per legge.

Le compagnie sono obbligate e ritenere concluso e risolto il contratto, non possono rinnovarlo confidando nel nostro tacito, pigro ed indolente consenso di ritardatari.

Se vogliamo la polizza per l’anno nuovo, dobbiamo firmare la nuova polizza, non ci sono santi; e dovremmo farlo per tempo, fra l’altro, persino PRIMA della scadenza effettiva della polizza dell’anno passato.

Un’ultima e ulteriore vessazione per la memoria già debilitata del cittadino distratto, questa sul tacito rinnovo, che si aggiunge alle molteplici ‘richieste di continua attenzione’ che la nostra pesante società burocratizzata ci impone ogni giorno e ogni anno, come in uno stravagante girone infernale in cui una dantesca macchina mangiatempo decide come ‘complicarci la vita’, con quell’incessante e infido sadismo burocratico che solo il legislatore italiano conosce fino in fondo.


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