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Il museo del giocattolo di Zagarolo


Ognuno di noi fra tanti giocattoli ne ha avuto uno del cuore, che concorreva al bisogno interiore di assimilare, comprendere, rappresentare e mimare la realtà dei grandi, ancora inaccessibile a chi è bambino, di allontanare un mondo che non piaceva per favoleggiarne uno diverso, perché da piccoli non c’è il limite tra il mondo immaginario e la realtà. Il nostro giocattolo ci seguiva nel piacere, ci confortava nel dolore e spesso ci accompagnava nel difficile trapasso dalla veglia al sonno. Poi la sua vita è finita con noi, durante il passaggio dall’infanzia all’adolescenza, nel quale diventa facile la dimenticanza e con essa l’abbandono del giocattolo come un oggetto che non serve più, anzi se si torna indietro nel ricordo pare impossibile che quella cosa inanimata sia stata così vitale ed importante per noi!

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Quindi andare da adulti in un luogo dove è possibile vedere quei giocattoli,che ci hanno accompagnato nel regno della fantasia, è davvero stupefacente, i balocchi raccolti nel museo di Zagarolo e risalenti fino ai primi del ‘900 accendono le memorie, esce fuori il “fanciullino” decantato dal Pascoli, che è in ognuno di noi e che ci parla sempre, anche quando non vogliamo sentirlo, e ci poniamo davanti ai giochi con lo stesso stupore infantile che ci aveva animato da piccoli, abbagliati dalla vivezza dei colori  della latta verniciata, dal naturale calore trasmesso dal legno, dalla tenerezza suscitata dalle pagine ingiallite, dalle stoffe e dai merletti consumati, che narrano le lunghe ore trascorse a giocare.

Visitare poi il museo del giocattolo con un figlio o un nipote significa tornare a casa arricchiti da un’esperienza che unisce generazioni diverse. E’ importante raccontare ai bambini di oggi come si giocava con i giocattoli del passato, poiché i bimbi odierni spesso stanno in casa da soli, senza fratelli o compagni e passano il tempo davanti alla televisione, oppure usando i giochi elettronici, che sebbene sviluppino certe abilità, pur tuttavia negano l’attività fantasiosa; stimolandoli a giocare volando sulle ali della fantasia.

Finalmente, grazie al museo del Giocattolo di Zagarolo, l’Italia si pone ad un livello paritario rispetto il panorama museale presente nel resto d’Europa, infatti in Gran Bretagna, in Germania, e in Austria, il giocattolo è divenuto da molto tempo oggetto espositivo e pezzo d’antiquariato. Da noi è degno di nota il museo situato a Milano, ed ora anche a Roma, accanto alle raccolte dei collezionisti privati, possiamo vantare un’esposizione permanente.

Sono stati dedicati al giocattolo due piani espositivi, di cui sei sale al piano terra  dedicate ai servizi, e dodici al secondo piano, in cui si snoda un percorso organizzato per aree tematiche. Il patrimonio mussale è formato da tre apporti diversi, la prima è la collezione Oppo, la seconda è quella di Fritz Billing Hoenigsberg, il quale sfuggito al nazismo ha collezionato per tutta la vita giocattoli di tutto il mondo, come simbolo di dialogo al di là di ogni distinzione. La terza sezione è la collezione di burattini e marionette raccolte da Maria Signorelli, completi di preziosissimi corredi in miniatura.


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