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Due identici fiocchi di neve


La scienza è costellata di luoghi comuni e assiomi che trovano fortuna nell’immaginario comune, diventando stereotipi del linguaggio molto più velocemente di quanto siano effettivamente compresi sotto il profilo prettamente scientifico-naturalistico.

Uno di questi riguarda senza dubbio la forma della neve.

Sappiamo tutti che non esistono due fiocchi di neve identici, ma – accidenti – la maggior parte di noi non ne conosce il motivo. Quale bizzarra legge della natura avrebbe da sprecare tanta geometria solo per il gusto di sovvertire la simmetria e la logica di un normale processo di cristallizzazione?

neve

Cosa si nasconde dietro la struttura dei fiocchi di neve?

Partiamo da una piccola prospettiva di analisi: il singolo fiocco di neve, nelle sue dimensioni puntuali, è decisamente simmetrico nella cristallizzazione.

A pianta esagonale, un fiocco di neve segue più o meno i disegni molecolari dell’acqua, cristallizzandosi in forme dendritiche – cioè ramificate, dal greco dendròn, che significa ‘albero’.

I bellissimi fiocchi di neve che al microscopio possono sembrarci delle complicate e originali strutture, e che appunto sappiamo essere ‘assolutamente inedite’ sull’intero panorama terrestre.

“Non esiste un fiocco di neve uguale ad un altro”.

Come dire: “Non esiste il vero amore”.

Sentenze di massima cui ci si potrebbe adattare acriticamente; eppure, come spesso accade nella vita, si tratta di menzogne. Previsioni del tempo fatte con la finestra chiusa. Inganni microscopici ripetuti miliardi di volte, che cone norma vuole diventano verità inossidabili a forza di essere diffusi, di bocca in bocca come una bugia detta bene.

Non è esatto dire che non esistono due fiocchi di neve identici.

Come sarebbe più opportuno dire che il vero amore esiste, in effetti, ma è molto raro. Tanto raro da mitizzarne gli aspetti e allontanarne il ricordo, nell’immaginario comune, verso figure idealtipiche che, maschili o feminili, sono in grado di rappresentare l’incarnazione stessa dell’amore terreno, perfetto, incontaminato e privo di sbavature.

Come una distesa di fiocchi di neve appena caduti, bianchi lucenti e perfetti fino a che qualcuno non ci cammina sopra, o non allunga la mano per tastare la fredda morbidezza di quel manto binco.

Allora proviamo ad invertire la tendenza, riveliamo la base dell’inganno.

Non solo esiste l’amore vero, anche se forse non sarà bianco e incontaminato come l’avete sempre immmaginato; ma soprattutto esistono due fiocchi di neve identici!

Due fiocchi identici sono stati trovati per caso da Nancy Knight, ricercatrice presso il National Center for Atmospheric Research di Boulder, in Colorado (USA), il 1° novembre 1986.

La magia molecolare che porta alla cristallizzazione di un fiocco di neve, come allo sbocciare di un grande amore, è estremamente sensibile alle condizioni ambientali di contesto.

Temperatura, umidità e pressione atmosferica sono i fattori che modellano, negli spazi microscopici e nelle lore variazioni micromolecolari in un contesto instabile, le differenti strutture geometriche dei fiocchi di una comune nevicata.

Le differenze che iperbolicamente definiamo come irrinunciabili tra due fiocchi non sono altro che il riflesso di microscopiche variazioni del contesto fisico di genesi del singolo fiocco all’interno del fenomeno di formazione della neve, ad alta quota.

Quindi fisicamente – in un universo fisico ove le microvariazioni giocano un peso schiacciante nel determinare la casistica del possibile – è effettivamente assai improbabile trovare due identici fiocchi di neve, quasi impossibile.

La probabilità che esistano due fiocchi di neve identici all’interno della stessa perturbazione, di uno stesso prato innevato, è non dissimile da quella di trovarne una coppia tra un capo e l’altro della terra. Un primo fiocco caduto in Norvegia, per esempio, ed un altro formato sulle Ande.

Eppure – se possibile – identici.


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