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Restaurare il balcone


ANALIZZIAMO I MOTIVI DI DEGRADO ED I RIMEDI DELL’OPERA PIÙ FREQUENTE CHE VIENE SVOLTA SUI PROSPETTI DEGLI STABILI

Mediamente ogni venti anni i fabbricati hanno bisogno di interventi di manutenzione per ripristinare i prospetti che il tempo degrada. La tinteggiatura ha perso il suo tono o peggio, si è disgregata; gli intonaci sfarinano; ma di regola ciò che è più malconcio sono i balconi ed i cornicioni. Su queste parti aggettanti dei fabbricati si concentrano i problemi tecnici e si accaniscono gli agenti atmosferici, fino a renderli fatiscenti e in taluni casi, pericolosi.

LA STRUTTURA DELL’AGGETTO
Il balcone, il cornicione, la pensilina, sono tecnicamente una mensola aggettante dal piano verticale del prospetto. Sia che sono costituiti da putrelle in ferro e laterizio (di regola tavelloni o voltine di mattoni) per i fabbricati a muratura portante, sia che si tratti di soletta in cemento armato (per gli stabili con struttura reticolare in c.a.), il problema del degrado non cambia, poiché le cause e gli effetti producono gli stessi problemi, ovvero, ossidazione delle parti in acciaio contenute nella mensola; aumento del proprio volume per effetto della ruggine; pressione interna sul calcestruzzo e sulle malte di rivestimento con conseguente distacco di queste.

Schematizzando si può dire che l’aggetto è costituito da una serie di strati che, dall’alto verso il basso sono:
– pavimentazione (cm 1/3),
– massetto di allettamento  della pavimentazione (cm. 3/5)
– impermeabilizzazione (cm. 0,3/2),
– camicia di calce (cm. 1/2),
– struttura portante ( cm. 12/20 circa),
– intonaco all’intradosso (cm. 1,5/3),
– tinteggiatura.

LE CAUSE DEL DEGRADO
Di regola la causa che provoca il degrado di un balcone o di un cornicione, è sempre la stessa: l’acqua. Che poi sia piovana o da annaffiamento, poco importa dal punto di vista tecnico poiché l’effetto non cambia.
I punti critici di infiltrazione sono:
–     l’angolo di attaccatura tra pavimento e parete dello stabile;
–     la linea di giunzione tra pavimento e stangone di bordo;
–     più raramente, il pavimento stesso.

Il processo ben conosciuto è semplicisticamente quello già descritto che però comporta, a seconda di dove avviene, problemi molto diversi. Se infatti l’infiltrazione è in zona pressoché centrale o a ridosso del muro verticale dello stabile, i danni di norma si limitano a una macchia della tinteggiatura e, solo qualora l’infiltrazione perduri per molto tempo, a disfacimento o distacco dell’intonaco dall’intradosso. Se invece l’acqua penetra in prossimità  del perimetro esterno, (tra pavimento e stangoni, oppure, in corrispondenza dei montanti in ferro della ringhiera infissi nel pavimento o negli stangoni), in fase avanzata si può arrivare al distacco di intere parti di frontalino con ovvie pericolose conseguenze, considerato che la stragrande maggioranza dei balconi aggetta su pubbliche vie.

I RIMEDI
Neanche a dirlo, la cosa migliore è la manutenzione preventiva ma, visto che tutti sembrano poco propensi a prevenire, la cura risulta sempre radicale e costosa.
spesso, intervento di urgenza con piattaforme aeree per la rimozione del pericolo con asportazione dei tratti fatiscenti di intonaco;
ripristino, immediato o postumo, delle parti deteriorate con procedimenti oggi abbastanza standardizzati che prevedono la pulizia (per quanto possibile) del ferro arrugginito e la stesa su di esso di un anti-ossidante.
Rinzaffo con  intonaci premiscelati tixsotropici e fibro-armati.
Finitura con rasante premiscelato.
Tinteggiatura.
Va da sé che qualora all’intervento di ripristino delle parti ammalorate  non fa seguito anche l’eliminazione della causa, magari con la sostituzione di tutti gli stangoni di bordo, il rifacimento della impermeabilizzazione e conseguente nuova pavimentazione, abbiamo solo gettato via denaro!

IL CONSIGLIO DEL TECNICO
Qualunque tecnico esperto ed avveduto non può che consigliare la manutenzione programmata che in sostanza consiste nel monitorare annualmente il fabbricato (cosa semplice e veloce) per individuare i punti critici e definire  gli interventi di cui ha bisogno. In questo modo si potrebbero prevenire i danni, evitare le opere radicali, si diluirebbe negli anni la spesa della manutenzione e si manterrebbe il proprio stabile in perfetta efficienza.


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