Casa Editrice Online

I nasoni di Roma


Chi l’avrebbe mai detto che ne sarebbero stati messi di nuovi, quando i nasoni e chi è Romano sa che stiamo parlando delle tipiche fontanelle, furono additate anni fa come il “monumento allo spreco” e si portò avanti una campagna per la loro eliminazione! Invece, oltre ai duemila nasoni esistenti, ne metteranno di nuovi, ben trentasei!

Per capire la scelta della giunta comunale bisogna tener conto che, se per molti aspetti Roma non è al passo con le altre capitali del mondo, dal punto di vista dell’approvvigionamento idrico è all’avanguardia, si tratta di un vantaggio secolare che risale agli antichi Romani, i quali dotarono la città di ben undici acquedotti. L’acqua non solo arrivava (e arriva) copiosa, ma terminava in coreografiche fontane monumentali. Dopo la parentesi medioevale, nella Roma papale si tornò a gara a finanziare scultori ed architetti per realizzare fontane e vasche che non solo tornavano a portare l’acqua nelle strade e nelle piazze per pubblico utilizzo, ma avevano pure il compito di abbellire la città, tanto che il poeta Shelley poté dire: “Bastano le fontane per giustificare un viaggio a Roma”. Sulla stessa scia, appena Roma divenne capitale del Regno d’Italia, l’assessore Rinazzi volle nel 1872 ulteriormente aumentarne la presenza, facendo installare venti nuove fontanelle di ghisa, che, con il fare scanzonato tipico del romano, presero il nome dialettale di nasone grazie al caratteristico becco ricurvo, che presenta sulla gobba un foro che permette di bere con facilità.

Da allora il modello è rimasto essenzialmente invariato, eccetto che nel ventennio fascista in cui  si aggiunse il fascio littorio e la data scritta in numeri romani, ovviamente a partire dalle marcia su Roma. In cento anni i nasoni dal centro cittadino hanno raggiunto tutti i nuovi quartieri di Roma e sono stati esportati perfino in provincia. E’ giusto ricordare che di fronte alle lamentele di spreco idrico, anni or sono, il Comune aveva installato dei rubinetti al posto delle cannule, ma il nuovo sistema ebbe vita breve sia perché sottoposto ad atti vandalici, sia per il costo dovuto comunque alla normale manutenzione, così furono ripristinate le cannule a flusso costante d’acqua.
Da parte nostra accogliamo con gaudio queste 36 nuove nascite, perché i nasoni fanno parte ormai del paesaggio e dell’architettura romana, della nostra stessa storia.

nasone


Aggiungi un commento