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Le raccolte capitoline nella Centrale Montemartini


Uno dei settori più ricchi delle raccolte capitoline è costituito dalle sculture e dai numerosi materiali archeologici che affluirono in Campidoglio a seguito degli scavi ottocenteschi per la creazione dei nuovi quartieri di Roma Capitale.

Una stagione altrettanto fortunata per l’archeologia romana e per i Musei Capitolini è rappresentata dalla frenetica attività di trasformazione urbanistica del centro storico che, tra il 1930 e il 1935, portò all’isolamento del Campidoglio e alle grandi scoperte del teatro di Marcello, di largo Argentina e di via dei Fori Imperiali. I rinvenimenti sono di notevole interesse per la conoscenza della topografia antica  così come la quantità dei materiali che ancora oggi, a distanza di cento anni, riservano incredibili sorprese a livello scientifico.

Le scoperte più significative derivano dalla ricostruzione di grandi complessi monumentali e dall’accostamento di opere che provengono dallo stesso contesto di scavo in modo da ricomporre l’originario progetto decorativo. Ne deriva una panorama unitario non solo artistico, ma anche storico e politico, per riscoprire la città antica attraverso la sua crescita moderna e per istituire un rapporto innovativo tra Museo e territorio.

Un recupero eccezionale degli ultimi anni deriva da un vero e proprio scavo eseguito all’interno dei fornici del teatro di Marcello, che vennero adibiti a depositi dell’innumerevole quantità di frammenti provenienti dagli scavi per la costruzione di via del Mare. E’ stata restituita al suo disegno originario la decorazione architettonica del tempio di Apollo Sosiano attraverso la ricomposizione del ciclo statuario che ornava il frontone: le statue si sono rivelate come preziosi originali greci portati a Roma in età augustea per l’edificio di culto ai piedi del Campidoglio. In presenza di scoperte di tale importanza che portano a proposte ricostruttive di grandi dimensioni risulta indispensabile disporre di ambienti molto vasti in modo da suggerire un’immagine suggestiva e più vicina alla realtà antica.

E’ questo il motivo che ha indotto a programmare una temporanea “migrazione” delle collezioni archeologiche dal Campidoglio verso una nuova sede espositiva, in un momento particolarmente delicato dei Musei Capitolini quando si effettuavano grandi lavori di ristrutturazione. E’ stata, quindi, aperta al pubblico nel 1997  una mostra che illustra lo sviluppo monumentale della città ospitata nella Centrale Elettrica Montemartini, situata sulla via Ostiense poco oltre la Piramide Cestia e porta S. Paolo.
Con la fine dei lavori di ristrutturazione in Campidoglio, la Centrale Montemartini diventa una sede espositiva permanente per continuare la visita dei Musei Capitolini  e ampliare la conoscenza del patrimonio archeologico attraverso ricostruzioni innovative ambientate negli spazi affascinanti di un antico complesso industriale.

La storia dei Musei Capitolini e quella del primo impianto pubblico per la produzione di energia elettrica si sovrappongono in un progetto unico con una singolare commistione di memoria dell’antico e di recupero di una tradizione industriale.


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