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All’ombra del tempo: le Meridiane


Chissà quando, nella preistoria, il primo uomo si sarà accorto che c’era un rapporto tra quel Dio Sole, fonte di vita e di calore, e l’ombra che uomini, animali o cose proiettavano a terra durante l’arco della giornata. Il primo gnomone sarà stato un albero oppure  la propria ombra? A guardare i bambini piccoli e il loro sbigottimento per la scoperta della propria ombra, si capisce perché sia stata considerata qualcosa di sacro, da non calpestare, quasi fosse un proseguo reale di se stessi, l’essenza mutevole dell’individuo. E con il tempo s’è capito che quell’ombra che s’accorciava o allungava coincideva con il momento della fame, con quello del ritorno degli uomini dalla caccia, con quello in cui l’astro appariva e spariva dal cielo.

Breve storia della misurazione del tempo
E l’uomo preistorico elevò una pietra al dio Sole, e questa divenne gnomone e raggiunse con l’innalzamento degli obelischi forme di pura perfezione già nel IV millennio a.C. in Egitto. A differenza degli Egiziani che usavano lo “spiedino”, i Greci e i Romani preferivano usare una ciotola emisferica scavata in un blocco di pietra, chiamata hemicyclium excavatum e verso la fine del I sec. a.C. lo studioso Vitruvio arrivava a catalogare ben tredici diversi tipi di orologi solari  che ci fanno comprendere quanto fosse avanzato lo studio dell’astronomia e quanto si era evoluta la società; l’uomo non era più solo agricoltore sedentario, che calcolava il passare del tempo in rapporto alla lunghezza delle ombre; lo sviluppo degli scambi commerciali e lavorativi in genere avevano imposto la diffusione dell’orologio. In particolare Vitruvio si sofferma sugli orologi che egli chiama anaphorici, nei quali erano indicate oltre alle ore, le fasi lunari, i mesi e le posizioni dello zodiaco.

Chi ha inventato l’orologio solare?
L’ invenzione secondo Vitruvio va fatta risalire a Beroso, celebre astronomo babilonese, mentre secondo Plinio l’inventore sarebbe Anassimene di Mileto.

Senza Sole, come si calcolava il tempo?
Parallelamente allo sviluppo delle meridiane si svilupparono le clessidre, le clepsidre, prima ad acqua (che deriva il nome dal greco: sottraggo acqua; forse inventata dal fisico alessandrino Ctesibio) e poi a sabbia, utili anche di notte, ma variabili nella misurazione del tempo con l’altezza dello strato di acqua o sabbia.

Dall’antichità ad oggi
A Roma fino alla prima guerra cartaginese il banditore gridava nel Foro il mezzogiorno, quando dalla Curia vedeva il Sole tra i Rostri. La prima meridiana posta sul tempio di Quirino non distingueva ancora le ore, mentre la prima clessidra ad acqua fu introdotta nel 595 dalla fondazione di Roma.
Dopo il crollo dell’Impero Romano, l’uso degli orologi solari si fece più raro, mentre nel Medioevo si hanno notizie di mezzi meccanici, che cominciarono ad apparire su torri e campanili. Se nelle città c’erano ancora i gridatori delle ore, nuovo impulso si ebbe nel VI secolo grazie all’ordine Benedettino, che come base della propria regola monacale suddivise le ore della giornata da dedicare al lavoro e alla preghiera (ora et labora). E ancora, è la necessità di cadenzare i momenti giusti della preghiera relazionati alla posizione del Sole, presso il popolo Arabo, che farà uscire la gnomonica dal torpore. Gli Arabi, abili naviganti, conoscevano bene la scienza del cielo, scrissero ben quindici trattati di gnomonica, che rimasero insuperati fino al Rinascimento e costruirono orologi solari precisi: le meridiane islamiche, la cui puntualità fu superata soltanto nel diciottesimo secolo. Dal XV secolo si risvegliò l’interesse degli studiosi verso gli orologi solari e si diffuse il mestiere di costruttore di meridiane. Da allora in poi si estese la moda di abbellire palazzi, ville e giardini con meridiane di tutti i tipi.

Per saperne di più
Gnomone: dal greco gnomon, indicatore, è un’asta chiamata stilo, oggetto di antica origine usato per indicare il tempo, grazie all’ombra proiettata dallo gnomone su una superficie parallela all’asse della rotazione terrestre. L’ombra varia in lunghezza e direzione a seconda del percorso del Sole in cielo.
Meridiana: dal latino medium (mezzo) e dies (dì, giorno) è la linea sulla quale  lo gnomone proietta la sua ombra a mezzogiorno vero (quando cioè il sole transita sul meridiano locale); per estensione di significato si intende per meridiana quell’orologio solare fornito di gnomone e un complesso di linee orarie, affisso sul muro o collocato sul pavimento.
La meridiana è lo strumento più puntuale tra tutti i tipi di orologi solari, perché indica il mezzogiorno solare del meridiano in cui ci si trova, ben diverso da quello del tempo civile segnato dai moderni orologi.

AIELLO nel Friuli, il paese delle meridiane
Non si può non parlare di un paese nel Friuli che nel giro di pochi anni è diventato famoso come il paese delle meridiane sia in Italia che all’Estero, al punto che i suoi artigiani sono arrivati perfino in Brasile per costruire un orologio solare. Tutto è cominciato nel 1993, da parte del Geometra Aurelio Pantanali che ebbe l’idea di costruire una meridiana e il progetto fu accolto con entusiasmo dall’allora parroco don Andrea. Oggi Aiello è un museo all’aperto, perché oltre al Cortile delle Meridiane, che ne conta ben dodici sulle pareti dell’antica cascina, ogni anno ne spuntano di nuove tra le villette e le vecchie case coloniche, tanto che  questo paesino di duemila anime è arrivato a possedere ben cinquanta meridiane!

Ovviamente la spettacolarità non sta solo nel numero, ma soprattutto nella varietà di metodi di misura proposti e nella bellezza artistica d’esecuzione: insomma qui la scienza si sposa con l’arte. Un’idea  affascinante, curiosa, intelligente, che ha creato turismo in questo paese, ha dato impulso al lavoro artigianale dei costruttori di meridiane, ha portato ad organizzare corsi per turisti, e sicuramente si arriverà pure alla costruzione di souvenir, copie delle meridiane da tasca che Pantanali colleziona. Non poteva mancare un libro che raccogliesse tanta saggezza: “Le Ore del Sole”, di Giacomo e Aurelio Pandanali, edito RIBIS. E ogni anno a Giugno, Aiello festeggia la festa delle meridiane.

La complessità di costruire una  meridiana

Nell’antichità gli orologi solari calcolavano solo le parti del giorno, che si protraeva tra il sorgere ed il tramontare del sole, suddividendo il tempo in ore.
Ma quando saranno nate le  ore?
Il quesito è ancora motivo di discussione tra gli studiosi. Una cosa è assodata, a un certo punto ci troviamo di fronte alla divisione del giorno (dì e notte) in ventiquattro ore di uguale durata, il cui inizio poteva partire in momenti diversi: presso alcune civiltà fu scelta l’alba, altri preferirono il tramonto, legato alla Messa Vespertina, o addirittura la mezzanotte. Tuttavia ci si accorse ben presto che con tale sistema, l’ora, presa come punto di partenza del conteggio, variava a causa del mutare dei fenomeni naturali, legati ai cambiamenti di stagione e alla latitudine; ad esempio se si prendeva l’alba come punto fisso, l’ora in cui  sorgeva il sole a Roma era diversa da quella di ogni altro luogo. Questo problema, già notato nell’antichità, fu un vero rompicapo che  causò molti disagi, e non pochi naufragi, fino alla fine del 1700. Infatti se era semplice misurare la latitudine (misurando l’altezza della stella polare), più problematica era la determinazione della longitudine, che si calcolava stabilendo la differenza fra il tempo misurato in un dato luogo di riferimento (anticamente si usava l’ora del porto di partenza, mentre oggi ci si basa sul meridiano di Greenwich) e l’ora misurata in un dato punto del mare. Occorreva, quindi, possedere un orologio portatile molto preciso, che proseguiva a misurare l’ora del porto, e di uno regolato sul sole o le stelle, che desse l’ora locale. Pertanto un orologio che “sgarrava” pochi secondi al giorno, su un viaggio di parecchi giorni, accumulava un tale errore da portare fuori rotta una nave!

Di conseguenza lo sviluppo degli scambi commerciali e l’intensificazione dei viaggi,  ma soprattutto la diffusione dei treni, portò alla volontà di uniformare la misura del tempo; ci si rese conto che l’ora delle meridiane, essendo relativa ad un determinato luogo, non bastava più, essendoci quattro minuti di differenza tra un meridiano e l’altro, e quindi tra un luogo e l’altro. Oggigiorno le meridiane sono divenute talmente sofisticate da segnare il giorno e le stagioni, tanto da avere una legenda a fianco per la loro corretta interpretazione.


Discussione

  •     Carmelo   -  

    Gnomone: dal greco gnomon, indicatore, è un’asta chiamata stilo.

    Definire lo gnomone un asta verticale non è esatto. Gnomone dal greco conoscere, non è solo uno stilo vericale, difatti se non accompagnato dalla sua ombra non può conoscere. Ciò che determina la conoscenza è il rapporto stilo/ombra, fattore necessario per la conoscenza di solstizi ed equinizi. Lo gnomone non è solo un’asta, ma comprende anche il tracciato della sua ombra. Anassimandro noti i rapporti stilo ombra, trovati dalle lunghe osservazioni di un intero anno, posa il primo gnomone a Sparta.
    Talete con l’uso dello gnomone misura la piramide, una geometria che stupisce il Faraone, poiché applica la teoria della similitudine, ovvero la conoscenza dello gnomone, cioè il rapporto stilo/ombra è l’elemento che permette di misurare l`irraggiungibile. Al solstizio o all’equinozio con lo gnomone si determina l’inclinazione dell’asse polare (latitudine) poiché è noto il rapporto stilo/ombra.

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