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Il Tempo


Chi sa rispondere con facilità che cos’è il Tempo? Perfino sant’Agostino diceva:” Io so che cosa è il tempo se nessuno me lo chiede, ma se tento di spiegarlo a qualcuno che me lo chiede non lo so più”.

Tralasciando le “categorie logiche” attraverso le quali definire il tempo, esso si deve essere imposto come  convenzione, che nasce da esigenze pratiche, sociali ed economiche, un tempo reale, quello misurato dal cammino del Sole sulla volta celeste. Infatti fin dall’antichità il sorgere ed il tramontare del Sole ha regolato le nostre azioni quotidiane, mentre le fasi della Luna hanno scandito le settimane ed i mesi: questi due pianeti sono stati quindi i primi orologi dell’umanità. E l’uomo, al pari degli altri animali e delle piante, si è  messo in sintonia con il tempo ciclico, quello scandito dall’avvicendarsi delle stagioni e degli eventi naturali, tanto che si legge nell’Odissea: “ C’è tempo per ogni cosa”. Ed abbiamo dato un tempo a tutto ciò che nasce, che cambia, che si evolve, che muore, sia che si tratti di un cucciolo d’uomo, di un esile fiore o di una pietra, fino alla stella più lontana.

Ben presto l’uomo meditativo comprese che c’era un’intima connessione tra il Tempo e la Creazione (ad esempio per il mondo orfico, Chronos – ovvero il Tempo –  era la causa prima di tutte le cose) e quindi come ci si chiede se il Creato ha un inizio ed una fine, così nello stesso modo ci si domanda se il Tempo ha principio e termine!
Per rimanere legati al pensiero della nostra civiltà, i Greci presero dai Babilonesi la concezione ciclica del tempo, l’eterno ritorno degli stoici, convinti che tutto ricomincia da capo, pensiero che poi si scontrò con la concezione lineare cara al mondo giudaico-cristiano: nulla di ciò che è stato, ritorna. Ognuno di noi può scegliere quello che dei due preferisce! Ma in base alla scelta cambierà lo stile di vita?

Noi parliamo in continuazione di tempo passato, presente, futuro, ma in realtà il presente esiste davvero? Al riguardo è rimasta famosa una frase di Aristotele: “Tempo è il numero del movimento secondo il prima e il poi”. Egli non fa cenno al presente,  perché sebbene ci sembra che esista, in realtà il presente non “è”, in quanto nell’istante in cui ci pare di viverlo è già divenuto passato. Mentre riguardo al futuro, è importante pensare che non ne esiste uno avulso dal passato, in realtà tutto si collega al già vissuto. Una folta schiera di filosofi e pensatori si sono soffermati a meditare sul tempo, dando ognuno la propria versione, una cosa è certa che meditare sul Tempo per ognuno di noi, equivale a cambiare la maniera di approcciarsi alla vita.

Ma non sussiste solo questo tempo oggettivo, ce n’è anche uno psicologico, legato al nostro modo di viverlo, alla nostra percezione che varia in base ai diversi momenti della giornata e a ciò che stiamo facendo; chi di noi da bambini non ha sviluppato il classico tema: “Le ore della giornata non scorrono tutte nello stesso modo….”, inoltre il ritmo del tempo cambia pure in base all’età, chi non si è accorto che da piccoli gli anni duravano tantissimo, mentre da adulti il “tempus fugit”, solo ieri eri un bimbo e già oggi guardandoti allo specchio trovi nell’immagine riflessa un volto rugoso.
Esiste poi un tempo meccanico, quello fatto di istanti uguali a se stessi, quello delle lancette dell’orologio, che ci fagocitano: il tempo che corre, il tempo che non basta mai, l’attimo di ozio che ci fa sentire in colpa, la lentezza vissuta come limitazione.
In realtà il tempo semplicemente “accade”, sta a noi cogliere l’attimo, prima che quell’istante diventi passato, bisogna imparare a viverlo per impedire che la gioia sembri non durare, il dolore non aver mai fine.

Sulla Bibbia, Qohelet dice: “Né di un saggio, né di un’idiota avrà memoria il Tempo”.
Una frase terrificante, ma qui si parla del Grande Tempo, di quello al di sopra della storia umana, a noi rimane la consolazione di un Tempo Breve, quello per il quale il Foscolo si ribellava alla fossa comune, perché voleva che potesse esserci un luogo dove recarsi a rendere omaggio alle spoglie di un “grande uomo”; a noi rimane la consolazione che, se anche non saremo mai grandi uomini, la Verità che avremo cercato per tutta la vita e che avrà modellato la nostra esistenza, sarà data come Testimone ad “altri”… e così noi vivremo nel Tempo.

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