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Alcune possibili cause di infiltrazione dell’acqua


Spesso il terriccio accumulato sui terrazzi trascurati favorisce la crescita di piccole piante che possono, con le loro radici, lesionare le sottostanti guaine impermeabilizzanti e provocare indesiderate infiltrazioni, e a volte accade che la “graziosa piantina” diventi un elemento “ornamentale” (ancorché pericoloso) dell’edificio e spesso, a testimonianza della forza della natura, riesce a crescere addirittura attraverso le copertine in travertino.

Altra causa spesso poco compresa di infiltrazioni interne negli edifici in muratura, magari localizzate al centro di una parete, sono i fili esterni delle antenne televisive, che ancorati sulla parete esterna veicolano enormi quantità d’acqua proprio nel punto di ancoraggio, tanto da imbibire l’intera struttura del muro ed identico inconveniente può capitare se sulla parete esterna poggiano, non adeguatamente protetti, tubi di adduzione o discesa dell’acqua.

Analogo problema possono darlo i pluviali discendenti i quali, se lesionati come nel caso in esame, rendono più che urgente il relativo intervento di risanamento.
Sempre in relazione ai discendenti poi, in caso di rifacimento dei terrazzi, va sempre caldamente raccomandata la completa sostituzione dei relativi bocchettoni di scarico delle acque e controllato, se in perdita dagli attacchi delle tratte più basse, la corretta funzionalità di evacuazione del pozzetto alla loro base.

Restando sui terrazzi di copertura va sempre attentamente valutata l’altezza delle soglie di accesso. E’ infatti frequente riscontrare infiltrazioni attraverso di esse, perché spesso si trascura la relativa impermeabilizzazione al di sotto delle stesse come nel caso in esame.
Si riscontra spesso esagerate alzate perimetrali di guaina anche da 35 cm  in presenza di  soglie di accesso poste a pochi centimetri dalla pavimentazione del terrazzo ed è agevole capire che in caso di ostruzione delle caditoie (bocchettoni) l’acqua non avrebbe mai raggiunto gli inutili 35 cm del verticale impermeabile, ma avrebbe facilmente tracimato dalle ben più basse soglie stesse, entrando così all’interno dell’ambiente.

In simili casi queste ultime dovrebbero essere rimosse e riposizionate più in alto (di almeno 10 cm), adeguando ovviamente il relativo infisso sovrastante, onde permettere una corretta apposizione della guaina sia al di sotto della soglia che nell’alzata verticale esterna.
Anche sui balconi, soprattutto per salvaguardare i relativi frontalini, dovrebbero essere sempre rimossi gli stangoni perimetrali e riposizionati dopo aver applicato una doppia guaina, avendo l’accortezza di eseguire successivamente, tra la guaina in orizzontale e il bordo interno dello stangone, una piccola alzata con la guaina stessa in modo da impedire all’acqua di scivolare al di sotto di questo, (ed imbibire il frontalino), ma obbligandola a defluire al di sopra in modo da essere intercettata dal relativo gocciolatoio esterno.

Per finire un cenno ai paramenti a cortina che spesso, se mal applicata, può favorire indesiderati passaggi d’acqua dove è carente la malta di connessione, riscontrabili poi nella parte bassa e interna delle murature a cassetta dove vengono assorbiti per capillarità. Purtroppo in questi casi gli unici interventi seri consistono, se possibile, nella sigillatura delle parti carenti, (pulendo i relativi spazi con un piccolo frullino), o nel peggiore dei casi, nello smantellamento e rifacimento a regola d’arte della  totalità del paramento di facciata.


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