La giurisprudenza di Gustav Klimt
Il pittore interpreta il tema proposto (la vittoria della luce sulle tenebre, attraverso i dipinti riguardanti la Filosofia, la Medicina e la Giurisprudenza, che dovevano trovar posto sul soffitto dell’Aula Magna dell’Università viennese) in maniera opposta alla fiducia nella facoltà razionale dell’uomo, incarnata dalla borghesia di fine ottocento.
La Giurisprudenza è la vera pietra dello scandalo, qui non si celebra il trionfo di un importante istituzione sociale, ma viene rappresentata come forza crudele che tiene prigioniero un vecchio indifeso, di fronte a lui si muovono le malvagie Erinni, mentre in alto fluttuano impassibili i volti dei giudici. La reazione dell’opinione pubblica fu durissima al punto che Klimt ricomprò dallo stato le sue stesse opere per essere libero di lavorare come più gli piaceva.