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Le muffe in edilizia


Come già in parte descritto nel precedente articolo ritengo sia importante ritornare sull’argomento delle muffe in quanto la loro stessa presenza è oltre che un sintomo di uno stato di fatto non ottimale del microclima interno anche e soprattutto un fattore di insalubrità e quindi di pericolo per la salute di chi vive all’interno di ambienti da queste invasi.

Le muffe in sostanza sono dei microscopici funghi, le cui spore, (o ife), sono sempre presenti nel pulviscolo dell’aria, che attecchiscono all’interno delle nostre abitazioni solo se trovano una concomitanza di fattori a loro favorevoli quali superfici che ne consentono il ciclo vitale, (pH leggermente acido o quasi neutro), la stasi dell’aria, (ecco perché proliferano dietro i quadri, dietro i mobili, negli angoli, ecc.), la temperatura tra 20 e 28 gradi, apporti d’acqua discontinui, (nel caso delle condense infatti la presenza dell’acqua non è costante ma attiva solo in alcune ore della giornata sulle strutture più compatte e quindi più fredde, quali travi, pilastri, travetti, sottofinestre, ecc.).

Spesso i locali soggetti a tali fenomeni sono ai piani interrati o seminterrati oppure ai piani attici, i primi perché soggetti spesso ad umidità di risalità  ed i secondi perché soggetti a maggiori variazioni termiche in quanto quasi sempre orientati verso le parti meno soleggiate, NORD – NORD/EST, e spesso senza coperture adeguatamente coibentate.
Le muffe sono in definitiva l’elemento che evidenzia questo stato di fatto negativo e per eliminarle non è sufficiente asportarle con un funghicida o un antimuffa dal risultato effimero, (il più a buon mercato è l’ipoclorito di sodio o varechina), ma è necessario intervenire a monte correggendo i vari fattori, (essenzialmente termici), che ne determinano la crescita e la proliferazione; nei fenomeni di condensa infatti, sono l’indice di una situazione igienico ambientale negativa, che si esplica nelle forme più gravi anche in nevralgie, allergie, reumatismi, tossi, ecc., più difficilmente riferibili con immediatezza a fatti di raffreddamento delle strutture murarie e tuttavia molto più gravi delle appariscenti ed antiestetiche muffe.

In favorevoli condizioni microclimatiche creano forti problemi a tutti i materiali organici quali carta, stoffe, pellami, ecc. ma, come detto, possono creare enormi problemi anche a chi fruisce degli ambienti; nel caso di un dipendente poi, (v. ad es. il portiere), anche se ci troviamo ancora in assenza di una precisa normativa che definisca dei parametri precisi da seguire, facendo riferimento alle generali prescrizioni tecniche contenute nella Lex  626/94, (art. 33, adeguamenti e conferme al D.P.R. 303/56), dove vengono espressamente citati, (art. 7), muri “ben asciutti e ben difesi contro l’umidità”, dovrebbe essere sempre dovere del condominio rendere salubri dette abitazioni eliminando al più presto tutti i fattori di rischio.


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