Sulcus primigenius
LA SCELTA LEGGENDARIA DEL SITO
Il cielo era terso, il prato verdeggiante, l’aria primaverile era frizzante, gli àuguri erano pronti per interpretare il volere divino, quando i due fratelli si separarono per andare a “leggere” il volo degli uccelli; Romolo salì sul Palatino, Remo sull’Aventino…. Così, ad occhi aperti possiamo immaginare sia avvenuta la leggendaria scelta del fondatore e del sito su cui è sorta Roma. Certo se i gemelli fossero stati greci avrebbero consultato l’oracolo di Delfi, ma essendo Latini e vivendo a contatto con gli Etruschi si affidarono al volo degli uccelli per capire la volontà divina, dalla quale dipendeva il destino propizio o infausto di un popolo.
Ma,possiamo chiederci, come mai questi due gemelli allattati prima da una lupa e poi allevati nell’umile capanna di un pastore osavano fondare una città?
La risposta al quesito va trovata nella consapevolezza d’essere di origine nobile (ne furono informati divenuti adulti), infatti il padre era addirittura il dio Marte e la madre Rea Silvia era discendente della casa reale di Alba Longa, la cui dinastia traeva le proprie origini indietro nel tempo fino alla persona del pio Enea e del di lui figlio Ascanio, fuggiti entrambi dalla mitica città di Troia andata in fiamme e poi approdati nel Lazio in quanto gli dei volevano che dal nobile sangue troiano derivasse il fondatore della città di Roma, destinata a governare sul mondo allora conosciuto.
Così vediamo che la scelta del sito per la nascita della città di Roma si tinge di colori leggendari, nonostante che gli antichi possedessero un’approfondita concezione urbanistica su come fondare la “città ideale”.
Ma il fondatore di una città doveva affidarsi alle potenze divine e agli àuguri, i sacerdoti indovini che interpretavano il volere degli Dei, così con l’inauguratio (interpretazione del volo degli uccelli) si prescelse Romolo, che tracciò il sulcus primigenius con un aratro di bronzo, al quale erano aggiogati un toro bianco sul lato esterno e una vacca bianca su quello interno.
LA FONDAZIONE DALLA PARTE DEI TEORICI
Leggenda a parte, ancor prima della nascita giuridico-sacrale di Roma, Platone parlava della “ città ideale “e il filosofo greco Aristotele (V sec. a.C.) dava consigli ben precisi sulla scelta del sito per fondare una città: “Bisognerebbe anche far voti che avesse la posizione ideale, in alto, cioè, tenendo d’occhio quattro condizioni: la prima, in quanto essenziale, è la salubrità (le città che sono esposte ad oriente e ai venti che soffiano da levante sono più salubri; poi vengono quelle riparate dalla tramontana, perché hanno in genere inverni miti ). Quanto alle altre, bisogna badare che la posizione favorisca l’attività politica e guerresca…”.
Anche l’architetto romano Vitruvio conosceva Platone e Aristotele, la cui fonte era il greco Ippocrate, fondatore della medicina. Vitruvio sosteneva che: “Bisogna prima di tutto scegliere un luogo molto salubre, che sia cioè elevato, esente da nebbie e da gelate notturne, lontano da paludi, e si affacci verso regioni temperate da eccessi di caldo e di freddo… Né ci potrà essere salubrità se le mura guarderanno il mare a sud o a ovest …”
LA FONDAZIONE GUIDATA DA ESIGENZE PRATICHE
Queste nozioni fondate sul buon senso, non sempre erano messe in pratica, allorché subentravano ragioni commerciali o militari, ne è un esempio la nascita della stessa città di Roma, che nonostante fosse sorta sui colli, era tuttavia circondata da un acquitrino malarico, un luogo decisamente insalubre, che tuttavia non limitò lo sviluppo dell’agglomerato considerata l’importanza strategica del sito.
La data ufficiale della nascita è il 21 Aprile del 753 a. C., in realtà piccoli insediamenti erano sorti nella zona già durante l’età del Bronzo, poiché il luogo rappresentava un crocevia molto importante; infatti presso l’isola Tiberina, dove si poteva guadare il Tevere, si incrociavano sia la via che dai monti scendeva verso il mare, sia quella che metteva in comunicazione la Campania con l’alto Lazio, insomma l’ Etruria etrusca con la Magna Grecia.