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Luneur, il lunapark di Roma dai mille ricordi


Quanti sabato pomeriggio con gli amici del liceo o domeniche in famiglia da bambini trascorsi al Luneur! E che “nostalgia canaglia” ora che da qualche anno è stato dichiarato chiuso. La casa dell’orrore, il bruco mela, le montagne russe un po’ spaventose ma accessibili, la celebre ruota panoramica che caratterizzava lo skyline di Roma, le bancarelle che vendono ogni tipo di dolciume, il fascino retrò, decadente e magico della struttura e le prove di coraggio a cui ci ha sottoposto. Tutto questo non c’è più e non si sa se tornerà (forse nel 2015) ma comunque in un’altra forma. Per chi non sapesse cos’è diciamo subito che stiamo parlando di un grande luna park, lo storico parco di divertimenti di Roma (in via delle Tre Fontane), uno dei più grandi d’Europa ed il più antico d’Italia. Fu infatti realizzato nel 1953 nel quartiere dell’Eur da cui prende il nome.

Negli anni ’80 e ’90 ha vissuto il suo periodo d’oro. È stato un’attrazione di punta e di gran moda per i giovani e le famiglie romane e quindi fonte di tantissimi ricordi per coloro che lo hanno vissuto. Il Lunapark di Roma per ben 55 anni non si può mica dimenticare facilmente! La sua definitiva chiusura ad aprile 2008 è stata infatti vissuta tristemente dai romani e con varie proteste da parte dei tanti lavoratori del parco.

Da Luna park in cui si pagava un biglietto per ogni singola attrazione scelta si era trasformato nel 2007 scegliendo di adottare la soluzione del biglietto unico per l’ingresso. Il tentativo era quello di risollevarne le sorti dopo un periodo di crisi ma evidentemente non ha avuto successo. Tutto cambia, nascondo nuove mode e nuove abitudini e anche lo storico parco purtroppo ne ha risentito.

Vi ricordate quali erano le attrazioni principali? Quella più amata dai bambini più piccoli e un po’ timorosi era sicuramente Nessie, il mostro di Lochness: un family coaster in cui il treno con i seggiolini era rappresentato da un serpente marino che faceva un giretto tranquillo intorno ad un laghetto artificiale. Un’altra attrazione adatta anche a bambini paurosi ma comunque di gran fascino era il treno delle miniere, un vagoncino che viaggiava all’interno di una miniera in cui si incontravano nanetti di Biancaneve, minatori e vari altri personaggi di ispirazione Disney.

C’erano poi le leggendarie montagne russe, chiamate Himalaya, presenti nel parco fin dal 1968 e che hanno sfidato il coraggio di molti di noi. Varie case più o meno dell’orrore da percorrere a piedi o su seggiolini, castelli, il galeone dei pirati e varie attrazioni “frulla-stomaco” completavano l’affascinante quadro di cui i romani hanno un’inevitabile nostalgia.


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