Casa Editrice Online

Inquinamento acustico nei condomini


Sentir cinguettare gli uccellini, frusciare il vento, infrangere le onde sugli scogli è suono piacevole, ma anche rumore.
Ascoltare la Toccata e Fuga in Re Minore di Bach o il Bel Danubio blu di Strauss o Thriller di Michael Jackson è suono, ma anche rumore.
Tutto sta il modo nel quale ci viene proposto, la durata, l’intensità, il livello.
Anche il cane della vicina di casa che abbaia tutte le notti, o la sirena d’allarme del negozio all’angolo è suono, ma soprattutto, rumore.
Senza il “rumore” non potremmo comunicare, poiché la parola è suono, vibrazione. Senza il rumore, non potremmo ascoltare il nostro cuore, o diagnosticare un anomalo cigolio della nostra auto. Percepire il rumore è per l’uomo fondamentale come vedere, toccare, e chi è privo di tale possibilità, sa quanto grande sia l’handicap.

IL RUMORE
Quando un suono disturba il nostro campo uditivo, lo definiamo rumore. In genere  se un suono ci disturba, può dipendere dalla sua qualità (alta frequenza, continuità, invadenza) ma anche dall’atteggiamento che assumiamo nei suoi confronti. Per mia figlia, 19 anni, la musica metal ascoltata a tutto volume è gioia di vivere, per me è tragedia proposta all’ennesima potenza! Per contro, per me  il rombo di una Ducati desmo 4 da Gran Premio è musica divina che invade tutte le mie membra, per mia figlia è solo assordante, inutile e incomprensibile frastuono. Eppure sono gli stessi suoni (o rumori) solamente percepiti con diversa predisposizione mentale. Ma non è necessario che un suono sia forte per disturbare, un rubinetto che goccia nella notte è indesiderato quasi al pari di un terremoto.

RUMORE E SALUTE
Purtroppo oggi il rumore contraddistingue in modo negativo tutte le attività umane e ne è spesso la causa di gravi danni. Superata la soglia dei 120/130 decibel (db) l’orecchio umano accusa un fastidio tanto forte che il cervello lo trasforma precauzionalmente in dolore. Se l’esposizione ad un elevato numero di decibel fosse prolungata, si può produrre un danno (temporaneo o permanente) all’apparato uditivo.
Contrariamente a quanto si può pensare, la perdita di udito non è quasi mai dovuta a perforazione del timpano che può avvenire, ad esempio, per effetto di una forte esplosione (pressione) la cui intensità di picco fosse superiore a 160 dB, ma a costante e prolungata esposizione a livelli di rumore di 80 dB o superiori.
Lo sconcerto è quando scopriamo che questi livelli non sono propri solo degli ambienti di lavoro ma, in taluni casi, sono riscontrabili in ordinarie situazioni di traffico nelle grandi città e, spessissimo, abbondantemente superati nelle discoteche. Mentre però nei luoghi di lavoro si possono utilizzare cuffie protettive per ridurre la percezione, in mezzo al traffico o nei locali da ballo si mette seriamente a rischio il proprio udito.

Ma il rumore non provoca danni solo all’udito. La tachicardia, le aritmie, talvolta l’aumento della pressione arteriosa o l’aumento della frequenza respiratoria, possono essere conseguenze dirette ad esposizioni prolungate di rumore. Ed anche problemi all’apparato gastroenterico, affaticamento mentale, irritabilità e difficoltà di concentrazione, possono essere riconducibili alla stessa causa.
Vi è da dire però, che quasi sempre con l’eliminazione della causa (rumore), spariscono i sintomi dei disturbi.
Infine vi è da sottolineare che l’ipoacusia da rumore, è una malattia riconosciuta come professionale.

LA FISICA
In generale il suono si produce per vibrazione di una superficie più o meno rigida. Le particelle di aria a contatto con la superficie vibrante entrano a loro volta in vibrazione trasportandolo lontano dal luogo di origine alla velocità si 1238 km/h, fino a colpire il nostro apparato uditivo. In quel momento percepiamo la vibrazione emessa e quindi il suono, il rumore. Ne consegue che se l’aria non esistesse, la vibrazione non si propagherebbe e il suono non potrebbe essere percepito.
Un buon orecchio può percepire suoni con frequenza molto diversa, da un minimo di 20 hertz (Hz) a un massimo di 20.000.

LA MISURA DEL RUMORE
Fonometro è il nome dell’apparecchio con il quale si può misurare il livello delle pressioni sonore. Ve ne sono di semplici o molto sofisticati, ma tutti, in linea di massima, sono composti da un microfono ricevente, da un sistema computerizzato di conversione del suono in curve di frequenza e da una unità di lettura su scala dB.
Il rumore rilevato, in genere, può essere di due tipi: continuo o impulsivo. E spesso la difficoltà che incontra il tecnico nell’effettuare le rilevazioni è proprio in queste tipologie, poiché ovunque si vuole effettuare rilevazioni di rumori determinati e definiti, si ha anche una base di altri rumori che sono identificabili come “rumori di fondo”. Ecco perché spesso, si tende ad effettuare le rilevazioni durante le ore notturne, poiché allora i rumori di fondo sono notevolmente attenuati ed è più facile in seguito isolarli con opportuni procedimenti, al fine di poter meglio valutare quelli presi in esame.
Comunque la legge prevede soglie e valori limite da non superare che sono: 90dB per l’esposizione quotidiana, 140dB per l’esposizione istantanea non prevedibile. Si tenga inoltre presente che con il D.C.P.M. 5/12/97, sono stati fissati i limiti di rumorosità prodotti dagli impianti tecnologici negli edifici (ascensori, scarichi idraulici, riscaldamenti, condizionamenti, ecc.).

I SISTEMI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE
Conosciamo tutti i tappi per le orecchie o le cuffie. Forse però non sappiamo che i tappi possono essere anche su misura, per meglio adattarsi al canale uditivo, mentre di cuffie ne esistono anche di tipo elettronico, che oltre a ridurre la percezione dei rumori di fondo, permettono per mezzo di un sistema amplificato, di ascoltare normalmente la voce del proprio interlocutore.
Tra i sistemi di protezione passiva, possiamo anche annoverare il controllo sanitario che, se pure indirettamente, permette la corretta prevenzione degli eventuali disturbi.

GLI ISOLAMENTI ACUSTICI
Deviare il rumore è un serio problema tecnico. Esempi di sistemi di deviazione sono le pareti prefabbricate poste sui cigli di strade a scorrimento veloce che, per la loro forma, deviano verso l’alto le onde sonore emesse dalle vetture di passaggio, evitando che investano le abitazioni circostanti.
Diverso è assorbire o eliminare il rumore. Oggi esiste una ampia gamma di materiali fonoassorbenti, anche se il materiale principe resta il piombo. Questo, per effetto del suo alto peso specifico difficilmente entra in vibrazione, evitando così alle onde sonore di propagarsi negli ambienti adiacenti. Ma per evitare che le onde rimbalzino è opportuno utilizzare anche materiali “morbidi” come le schiume (poliuretani, gomma piuma, fibra di vetro o compositi di altro genere ecc.) i quali assorbono in parte o rompono le onde sonore.
Se si vuole quindi isolare una stanza dove, per necessità di piacere o lavoro si deve fare rumore, non è poi così difficile. In negozi specializzati o nei magazzini di materiali edili, possiamo acquistare pannelli prefabbricati di vari materiali e misure, a costi accessibili, già pronti per la messa in opera, che possono aiutare a risolvere il problema nostro e dei nostri vicini.

IL DIRITTO DI NON SUBIRE RUMORI
Se è vero che siamo circondati e pervasi da rumori di ogni genere, è pur vero che ogni cittadino ha diritto di non subirne oltre la normale tollerabilità. Quindi, se il cane del vicino abbaia troppo o se i gruppi frigoriferi del negozio sotto casa ci disturbano la quiete notturna, sarà bene comunicarlo con lettera raccomandata all’Amministratore del condominio, invitandolo ad intervenire per far cessare i disturbi. Se, nonostante ciò i rumori persistono, porteremo il fatto in assemblea, chiedendo una precisa delibera condominiale. Ma se anche questa strada risultasse vana, non ci resta che rivolgerci ad un Avvocato per far intervenire l’Autorità giudiziaria. In questo caso, dovendo “dimostrare” il disturbo, sarà opportuno far effettuare una perizia fonometrica preventiva, da un tecnico privato o dai Vigili Urbani, che hanno un apposito nucleo, al fine di avere la prova che il danno subito eccede la normale tollerabilità.


Aggiungi un commento